L'avvocato di Carola Rackete: "No all'archiviazione per Salvini per reato di istigazione a delinquere"
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L'avvocato di Carola Rackete: "No all'archiviazione per Salvini per reato di istigazione a delinquere"

L'avvocato della ex comandante della Sea Watch 3: "Definire l'ex comandante della Sea Watch3, Carola Rackete, delinquente, criminale e complice di trafficanti di esseri umani è istigazione a delinquere"

Carola Rackete e Matteo Salvini
Carola Rackete e Matteo Salvini
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13 Maggio 2021 - 13.07


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Alessandro Gamberini, avvocato di Carola Rackete, ha ribadito il suo no davanti al giudice alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura di Milano nei confronti del leader della Lega ed ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il reato di istigazione a delinquere.
“Definire l’ex comandante della Sea Watch3, Carola Rackete, “delinquente”, “criminale” e “complice di trafficanti di esseri umani” è istigazione a delinquere” ha detto l’avvocato. 
Il procedimento milanese a carico di Salvini è scaturito dalla querela presentata alla procura di Roma dall’attivista tedesca che a fine giugno 2019 fu arrestata dopo aver forzato il blocco della motovedetta della Guardia di Finanza per portare la Sea Watch3 all’interno porto di Lampedusa e far sbarcare 42 migranti ospitati a bordo della nave. 
Un’iniziativa duramente criticata da Salvini che – prima in una diretta Facebook del 3 luglio 2019 e poi in un comizio del 18 luglio – attaccò Rackete definendola “sbroffoncella”, “delinquente” e “criminale” in quanto, a suo giudizio, direttamente responsabile del tentato omicidio dei 5 militari delle Fiamme Gialle a bordo della motovedetta speronata dalla Sea Watch3 per entrare nel porto dell’isola. 
Parole che, aveva scritto Carola Rackete nella deuncia-querela, non sono “manifestazioni di un legittimo diritto di critica” ma “aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti”. Gli atti di indagine furono poi trasferiti per competenza territoriale da Roma a Milano, città di residenza del leader della Lega. 
Il fascicolo fu affidato al pm Giancarla Serafini che, fatti tutti gli accertamenti investigativi del caso, dispose la citazione diretta a giudizio di Salvini ma soltanto per il reato di diffamazione, chiedendo l’archiviazione dall’accusa di istigazione al delinquere. Richiesta a cui Carola Rackete, attraverso il suo legale, si è opposta. 
“Sono parole ancora più gravi – ha detto oggi in aula l’avvocato Gamberini – perchè pronunciate da un leader di partito che ricopriva l’incarico istituzionale di Ministro dell’Interno”.
Diverso il parere dell’avvocato Claudia Eccher, difensore di Salvini, che in aula si è richiamata alle argomentazioni dell’accusa: “Nessuna istigazione a delinquere, solo critica politica”, è la linea difensiva del leader della Lega. La palla passa ora al gip Cipolla. 
Tre gli scenari possibili: il giudice potrebbe accogliere la richiesta della procura e della difesa Salvini e disporre l’archiviazione, ordinare nuove e più approfondite indagini oppure disporre l’imputazione coatta del leader della Lega che, in questo caso, si ritroverebbe sotto processo non solo per diffamazione di Carola Rackete ma anche per istigazione a delinquere nei confronti dell’ex comandante della Sea Watch3. 
Per sapere quale sarà il verdetto bisognerà comunque aspettare ancora qualche giornoì: il giudice, come da prassi, è entrato in riserva.

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