La Pm: "Disattivare il freno è stata una scelta di chi ha messo i propri interessi prima della vita degli altri"
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La Pm: "Disattivare il freno è stata una scelta di chi ha messo i propri interessi prima della vita degli altri"

Olimpia Bossi, procuratrice della Repubblica di Verbania che indaga sul disastro della funivia del Mottarone: "In questa vicenda la parola soddisfazione non potrà mai esserci"

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27 Maggio 2021 - 07.52


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Olimpia Bossi, procuratrice della Repubblica di Verbania che indaga sul disastro della funivia del Mottarone, costato la vita a 14 persone in un’intervista a La Stampa ha parlato della vicenda con amarezza.
“In questa vicenda la parola soddisfazione non potrà mai esserci. Piuttosto abbiamo provato altro dolore e un amarissimo sconcerto quando ci siamo resi conto che il mancato funzionamento del sistema frenante era esito di una scelta. Qua non c’entra la negligenza, il pressappochismo, quell’errore umano che non rende immuni da responsabilità ma almeno genera una certa comprensione. Ci troviamo davanti a chi, a fronte di un proprio interesse, ha preferito mettere a repentaglio la vita degli altri”.  
“L’intuito dei carabinieri – ha affermato Bossi – ha portato subito a un approfondimento e martedì pomeriggio abbiamo convocato i dipendenti di Ferrovie del Mottarone per capire da loro di cosa esattamente si trattava. Lo hanno spiegato ed è emerso in modo inequivocabile: tutti sapevano che il freno restava aperto anche se non doveva”.
Il caposervizio Gabriele Tadini ha ammesso questa consapevolezza?
“Sì, ha risposto alle domande e ha dichiarato che si era fatta quella scelta perché si era sicuri che mai il cavo traente si sarebbe spezzato. Le anomalie erano state riscontrate al sistema frenante della cabina 3, quella schizzata nel vuoto, e in parte nella 4, che fortunatamente domenica si è fermata senza schiantarsi. Da quello che abbiano desunto la 3 viaggiava col freno disattivato da fine aprile, quando è ripreso il trasporto dei passeggeri. Tadini in azienda ha una posizione subordinata al titolare e al direttore dell’esercizio. Noi sosteniamo quindi che anche Nerini e Perocchio sapevano e volevano che si procedesse così per non fermare l’impianto per un controllo approfondito. Quando l’altra notte sono emersi gravi indizi di colpevolezza, abbiamo convocato anche loro due e ho assunto la decisione di procedere con il fermo. Al momento gli altri dipendenti non sono indagati”.

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