Le responsabilità dovranno essere accertate e la verità dovrà essere cercata fino in fondo.
L’avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, capo dell’impianto della funivia del Mottarone, ha parlato al termine dell’interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip, udienza durata circa tre ore. “Non è un delinquente, non avrebbe mai fatto salire le persone con l’impianto bloccato sapendo che la fune si poteva rompere”.
Il difensore ha chiesto gli arresti domiciliari essendoci le condizioni, a suo dire, per concederli. Secondo “il mio cliente e i consulenti che ho sentito, non è collegabile il problema dell’impianto frenante con la rottura della fune”, spiega il legale secondo il quale non c’è il reato di falso – rispetto alle mancate annotazioni sul malfunzionamento dell’impianto – perché l’indagato “non è un pubblico ufficiale”.
La decisione del giudice è in attesa in giornata.
Porterà per tutta la vita il peso dei morti innocenti – “E’ distrutto, sono quattro giorni che non mangia e non dorme, il peso di questa cosa lo porterà per tutta la vita. E’ morta gente innocente, potevano esserci il figlio di Tadini o il mio” in quella cabina precipitata”, ha aggiunto l’avvocato.