Sarà una lunga battaglia giudiziaria quella riguardante il presunto stupro nel quale è coinvolto il figlio di Beppe Grillo, Ciro, assieme ad altri suoi amici.
Caso per cui il garante del Movimento 5 Stelle si era espresso con una personale arringa che aveva fatto discutere sui propri canali social.
La procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio per Ciro Grillo e i suoi tre amici, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza italo-norvegese.
I fatti risalgono al luglio del 2019 e sarebbero avvenuti nell’abitazione di Beppe Grillo a Porto Cervo.
La ragazza allora aveva 19 anni. L’udienza è stata fissata per il 25 giugno.
I capi di accusa – I quattro sono accusati di violenza sessuale di gruppo, e per Ciro Grillo, Vittorio Lauria e Edoardo Capitta c’è anche l’accusa di violenza sessuale nei confronti dell’amica della studentessa per una serie di foto oscene scattate mentre lei dormiva.
Ciro Grillo ascoltato due ore dai carabinieri – Nel pomeriggio a Genova Ciro Grillo, figlio del comico e leader del M5s Beppe Grillo, si era presentato per fornire dichiarazioni spontanee ai militari nell’ambito dell’inchiesta sul presunto stupro avvenuto in Costa Smeralda. Grillo, assistito dal suo avvocato, ha parlato con i militari per circa due ore. Oltre a lui dovevano essere sentiti anche Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, ma i due ragazzi hanno rinunciato a farsi di nuovo interrogare, come loro stessi avevano chiesto.
La decisione va ricercata nel fatto che i legali avevano chiesto di parlare davanti ai pubblici ministeri di Tempio Pausania, ma la procura ha disposto l’audizione dai carabinieri liguri.
Per questo gli avvocati hanno deciso di aspettare la decisione dei pm, che è arrivata in serata con la richiesta di rinvio a giudizio.