Una storia da far leggere a chi pensa che il razzismo nel nostro paese non esista e che le scuole siano immuni da certi comportamenti, nonostante siano i luoghi in cui occorre insegnare che le diversità siano un valore.
“La professoressa ha dato dello ‘scimmione’ a mio figlio in sua assenza, esortando la classe a isolarlo”: a raccontarlo è il papà del ragazzino, di origini nordafricane, ma da sempre residente a Spoleto dove frequenta una scuola media, che ha quindi deciso di presentare una querela su quanto sarebbe accaduto. Il fascicolo alla procura della città umbra sarebbe ancora aperto.
“L’episodio – spiega ancora il padre – è accaduto nell’ottobre scorso, prima che iniziasse la didattica a distanza. Non era il primo episodio e quindi ho deciso di sporgere denuncia ai carabinieri”.
Nell’atto vengono riferiti tre episodi, di cui due coinvolgono – stando alla denuncia – altrettante professoresse, insegnanti nelle classi del ragazzino. Il terzo episodio riguarda invece un diverbio tra coetanei.
“Fatti che ho sempre riferito al preside dell’istituto scolastico, dopo l’episodio di ottobre il dirigente scolastico mi disse che se lo avessi ritenuto opportuno avrei potuto presentare una denuncia, è così ho fatto”, racconta ancora l’uomo.
“Non feci nulla invece – aggiunge – quando la professoressa continuava a chiamare mio figlio con un nome italiano e non con il suo chiaramente di origine araba. In quell’occasione mio figlio si era permesso di chiedere alla professoressa di essere chiamato con il suo vero nome, ma l’insegnante – racconta il papà anche ai carabinieri – gli disse che lei lo chiamava come voleva e se non gli stava bene poteva tornarsene al suo Paese”.
“Mio figlio – dice ancora il padre – adesso non vuole più andare a scuola ed è seguito da uno psicologo. Gli è stato creato un danno grande e alla magistratura chiedo soltanto di fare il suo corso e accertare quanto accaduto”.