Qualcosa si muove nell’ambito della scomparsa di Saman Abbas, sparita da casa da ormai due mesi e di cui non si conosce il destino.
Ijaz Ikram, il cugino di Saman Abbas arrestato in Francia, ha chiesto di essere sentito dagli inquirenti. Sarà ascoltato venerdì dalla sostituta procuratrice di Reggio Emilia e dai carabinieri.
Intanto sono ancora senza esito le ricerche della giovane pakistana, scomparsa da due mesi, dopo che si era opposta a un matrimonio combinato. Lo zio è considerato dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’omicidio di Saman.
Dalla prossima settimana, alle ricerche si uniranno ai militari altre quattro unità cinofile della polizia tedesca specializzate nella ricerca di cadavere.
Il fidanzato: “Se fossi andato a casa con lei sarei morto” – “Saman mi manca troppo, era il mio primo amore, volevo sposarmi con lei perché la mia vita è di Saman. Io oggi non ho paura di niente , della mia vita non me ne frega niente”. Lo ha detto Saqib, il fidanzato di Saman.
“A casa della mia famiglia il 27 gennaio è andato il padre di Saman – ha raccontato il ragazzo – ha detto che la mia famiglia doveva parlare con suo me e se non avessi lasciato Saman tutta la famiglia e io saremmo morti. La mia famiglia aveva tanta paura. Se Saman avesse paura della sua vita tornando a casa? Sì, il 27 aprile sente che lo zio dice che quando sarebbe arrivata a casa l’avrebbe uccisa. Io le ho detto vai subito dai carabinieri, le ho detto di non andare a casa perché lo sai che la tua famiglia è fatta così ma lei aveva bisogno dei documenti”.
“Se fossi andato a casa con lei? Sarei morto anche io – ha affermato Saqib – e avevo troppo paura per la mia vita e per la mia famiglia… Il 30 aprile l’ho sentita per l’ultima volta e mi ha detto che aveva troppo paura, paura per la sua vita. Se lei pensasse che potessero ucciderla? Era un rischio grande che potessero ucciderla. Mi manca troppo Saman, alla sera la mattina, il pomeriggio sempre, 24 ore, mi manca sempre!”.