La mancanza di soluzione certe per il ritorno nelle aule, dopo un anno e mezzo di ping pong tra didattica a distanza e in presenza preoccupa i presidi in Italia.
“Manca ormai una settimana all’avvio nel nuovo anno scolastico, 2021/22, ma la confusione e le incertezze su come avverrà la ripresa regnano sovrane sia tra i politici sia tra gli amministratori. Sarà l’attività didattica a riprendere il 13 mentre l’intera organizzazione scuola, quella che permetterà il ritorno alla didattica dei ragazzi anche se ancora non abbiamo certezze in quale modo, inizia il 1 settembre e in alcuni casi anche oggi con gli esami per il recupero dei debiti scolastici”.
Lo dice Mario Rusconi, presidente dell’ANP-Roma, che aggiunge: “Sul Green pass non vi è una direttiva adeguata per le scuole”.
“La politica sembra non conoscere, o peggio far finta di non conoscere, la scuola al suo interno, come sia organizzata e come funzioni, qual è il lavoro che il personale tutto (presidi, docenti e ATA) svolga quotidianamente per consentire alle nostre studentesse e ai nostri studenti di frequentare la scuola”, continua Rusconi, che aggiunge: “Sul green pass ancora non vi è una direttiva adeguata alle scuole per le quali è impensabile il controllo quotidiano del GP all’ingresso dei docenti, sarebbe sufficiente che la Regione comunicasse i dati del personale che non ha il GP, previo invio dei nominativo da parte delle scuole”.
Per Cristina Costarelli, presidente Anp-Lazio: “Anche se nella nostra regione il numero dei vaccinati sembra essere alto, per cui l’indice dei green pass dovrebbe essere elevato, questo stato di poca chiarezza sui comportamenti da tenere crea certamente confusione tra il personale, le famiglie e tra gli stessi ragazzi. Ad esempio il distanziamento e l’utilizzo delle mascherine in classe è un ulteriore problema. Da un lato l’obbligo di indossare le mascherine fino a 6/8 ore, dall’altro la preoccupazione per la diffusione dei contagi dal momento che nella maggior parte dei casi il distanziamento non sarà possibile per la nota carenza di spazi rispetto al quale chi di competenza, Enti Locali, non è intervenuto. Restiamo anche in attesa di notizie sullo scaglionamento degli orari d’ingresso, dopo aver rappresentato le criticità che essi comportano al prefetto di Roma, e sollecitando l’adeguamento dei trasporti pubblici”.
Ai due colleghi presidi fa eco Valeria Sentili che dirige l’I.C. Francesca Morvillo di Roma: “Sono state stanziate somme per introdurre nelle classi i depuratori d’aria. A quindici giorni dall’arrivo in classe degli studenti non abbiamo ricevuto dagli enti locali un piano per l’adattamento delle infrastrutture, la pianificazione dei costi di manutenzione e pianificazione, la calendarizzazione della messa in opera, eventuali adeguamenti agli impianti elettrici e delle potenze energetiche impiegate. Insomma non è stato fatto assolutamente ciò che in altri contesti si definisce studio di fattibilità, tenendo presente che ogni scuola in Italia è diversa dalle altre per strutture e infrastrutture”.
Conclude Rusconi: “Gli studenti e le famiglie italiane, oltre che la scuola stessa, oggi hanno bisogno di una visione strategica che possa proiettare e indirizzare verso il futuro le generazioni che formiamo proprio a scuola, guardando oltre l’emergenza sanitaria. È proprio questo ciò che oggi si aspetta il mondo della scuola, nel suo complesso, dalla politica e dagli amministratori”.