Non si spengono i dubbi dopo cinque anni dalla morte di Tiziana Cantone, che era stata trovata impiccata all’età di 31 anni nella tavernetta della sua villa: tutto lasciava pensare a un suicidio causata dalla vergogna per un suo video hard.
Invece le ricostruzioni porterebbero a qualcos’altro: Tiziana Cantone è stata strangolata, successivamente l’assassino ha inscenato un suicidio: l’ipotesi è sostenuta dal professor Mariano Cingolani, ordinario di Medicina Legale presso l’università di Macerata, in passato intervenuto come perito nel caso di Meredith Kercher.
Il suo parere è basato sull’analisi di alcuni scatti del cadavere.
La consulenza giurata è stata chiesta dai consulenti della Emme Team, a loro volta schierati al fianco di Maria Teresa Giglio, mamma di Tiziana.
A spingere il perito a queste conclusioni sono due lesioni sul collo di Tiziana, a suo parere da ricondurre a due momenti differenti: il primo, allo strangolamento, a causa del quale la ragazza avrebbe perso la vita.
Il secondo invece sarebbe quello della messa in scena, dell’impiccamento.
In entrambi i casi, l’assassino si sarebbe servito della pashmina sulla quale sono state trovate tracce biologiche di un dna di tipo maschile.
In una prima lesione – si legge – si rinviene un solco discontinuo e obliquo; nella seconda lesione, posta un poco sotto la prima lesione, si rinviene un solco trasversale e uniforme. Dunque? Spiega ancora il consulente: «La seconda lesione reca caratteristiche tipiche del solco da strangolamento, per uniformità di profondità, continuità e andamento trasversale».
E ancora: «La lesione due (ipotesi strangolamento) ha preceduto la lesione uno (impiccamento, suicidio)»; pertanto, «l’impiccamento ha avuto lo scopo di dissimulare, confondere o rendere più difficilmente percepibile la prima modalità lesi.