Addio a Titti Palesu, nipote e custode della memoria di Antonio Gramsci
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Addio a Titti Palesu, nipote e custode della memoria di Antonio Gramsci

Professoressa di lettere ha trasformato la casa dell'intellettuale comunista in museo e fondazione

Titti Palesu in un incontro con Sergio Mattarella
Titti Palesu in un incontro con Sergio Mattarella
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4 Settembre 2021 - 10.36


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Se n’è andata una delle custodi della memoria di uno dei più grandi personaggi politici di questo paese.

E’ morta, all’età di 91 anni, Luisa Emilia Paulesu, detta Diddi, nipote di Antonio Gramsci, tra i fondatori del Partito comunista italiano.

E’ scomparsa a Ghilarza, in provincia di Oristano, dove è sempre vissuta e dove si trova la casa museo dell’intellettuale sardo, che la stessa Diddi cinque anni fa contribuì a trasformare nella Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci.

I funerali si terranno con rito civile domenica 5 settembre alle ore 11 al cimitero di Ghilarza.

Nel 2017 Diddi aveva accolto il presidente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla casa museo che vide Antonio crescere da ragazzo.

Luisa Emilia era nata il 18 novembre 1929 da Teresina Gramsci, sorella prediletta di Antonio, sposata con Paolo Paulesu, ed era professoressa di lettere nelle scuole. Per tutta la vita si è impegnata a custodire e a valorizzare la memoria dell’illustre zio.

“Diddi è stata in Sardegna la custode più attenta e più longeva delle memorie gramsciane”, ha dichiarato il professore Giuseppe Vacca, storico, politologo e presidente onorario della Fondazione Gramsci.

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Nel 2016 a firmare l’atto costitutivo della Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci di Ghilarza per la Fondazione Berlinguer c’era il presidente Francesco Berria, a rappresentare la famiglia Gramsci-Paulesu e a firmare Luisa Emilia Paulesu, per la Fondazione Istituto Gramsci Valentina Bragaglia ed il sindaco Alessandro Defrassu per il Comune di Ghilarza.

Il notaio aveva inoltre a disposizione la procura invita dall’ambasciata di Mosca dal nipote di Gramsci Antonio Gramsci Jr. Insieme alla sorella Mimma Paulesu, Diddi aveva donato alla Fondazione Gramsci di Roma molti documenti relativi ai rapporti dell’autore dei “Quaderni dal carcere” con la famiglia, tra cui alcune lettere di Gramsci ai genitori e ai fratelli e alcune lettere scambiate tra la famiglia russa della moglie di Antonio, Giulia Schucht, e la famiglia Gramsci.

Così il 10 dicembre 1931 Antonio Gramsci scriveva alla “carissima mamma: ho ricevuto solo in tutto questo tempo una cartolina illustrata firmata da Teresina e dai suoi bimbi. Ma chi è questa Diddi? A quale nome ‘cristiano’ corrisponde? Immagino come si debba sbizzarrire la fantasia di Teresina nell’inventare vezzeggiativi per i suoi bambini: questo Diddi potrebbe essere il nome di uno spirito folletto o di una zana”.

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