La denuncia dei medici: "L'80% degli operatori sanitari no-vax è ancora al lavoro"
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La denuncia dei medici: "L'80% degli operatori sanitari no-vax è ancora al lavoro"

Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e degli odontoiatri Filippo Anelli: "Alle Asl hanno gli occhi bendati"

Corsia ospedaliera
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6 Settembre 2021 - 12.49


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La presenza di operatori sanitari no vax in luoghi di lavoro è, a quanto pare, ancora molto alto: lo ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, ricordando che i sanitari solo una volta sospesi dall’Albo professionale non possono concretamente esercitare.
“La possibilità che ci siano medici e operatori sanitari non vaccinati che lavorano, con gli occhi ‘bendati’ delle Asl, c’è eccome”.
E non parliamo di una percentuale minima ma “dell’80% di sanitari che stanno lavorando, nonostante non abbiano i requisiti di legge per farlo, ovvero la vaccinazione, perché la legge non è applicata”.
La norma, infatti, ricorda Anelli, “non ha dato il mandato agli Ordini professionali di fare la ricognizione degli iscritti che non si sono immunizzati. E’ un compito affidato alle Asl. E senza questo accertamento noi abbiamo le mani legate”, ha spiegato.
“Ad oggi gli Ordini dei medici che hanno ricevuto elenchi parziali dei non immunizzati e hanno potuto assumere i provvedimenti di sospensione dal’Albo, secondo il monitoraggio Fnomceo, sono una ventina. Ma abbiamo 106 Ordini in Italia! Dunque oltre l’80% non ha ricevuto gli elenchi che permettono la sospensione. E, almeno teoricamente, possiamo dire che l’80% degli operatori sanitari che dovevano essere sospesi perché non vaccinati, sono ancora attivi”.
“E’ una stima – ha precisato il presidente dei medici italiani – che non si basa su numeri certi ma che può dare il senso del problema: se l’80% degli Ordini non ha ricevuto gli elenchi degli operatori da sospendere vuol dire che l’80% dei quelli che erano stati riscontrati come non vaccinati continua a fare il proprio lavoro”.
Per Anelli si tratta di una situazione grave che ha molte conseguenze spiacevoli. “La legge, in pratica, non è applicata da 5 mesi – ha denunciato – andava messa in pratica dal giorno dopo la sua pubblicazione, del primo aprile di quest’anno. La mancata applicazione sta determinando una non credibilità delle istituzione. Le norme vanno applicate. Se riteniamo che non siano applicabili vuol dire che sono sbagliate e quindi vanno cambiate. Posso capire che ci siano problemi di tenuta del sistema se si escludono dal lavoro operatori necessari, ma la legge deve essere o applicata o cancellata, non c’è una terza via”.
Come Ordini professionali, ha aggiunto Anelli, “siamo in fibrillazione perché siamo custodi dell’Albo che consente ai cittadini di verificare se un professionista è abilitato a lavorare.
Un medico che risulta iscritto all’Albo può esercitare, ma se non ha i requisiti previsti dalla legge e questo non ci viene segnalato dalle Asl c’è una difficoltà da parte nostra, ad oggi, a garantire delle liste chiare. E’ questione di poter garantire ciò che il nostro ruolo richiede e la possibilità dei cittadini di essere informati”.
Anelli lamenta il fatto che, ad oggi, “non ci sono controlli per l’applicazione della legge. Ci sono aziende sanitarie che consentono ai medici di fare i medici, nonostante ci sia l’esplicito divieto.
Questo è incredibile. In questo contesto il mio appello è: ‘se non si riesce a far rispettare questa norma la si elimini’. Ci sono Asl che chiudono gli occhi”, denuncia. E non solo per i medici, sono tante le categorie coinvolte: infermieri, psicologi, terapisti, tecnici di laboratorio…tutti devono essere vaccinati per poter lavorare. Posso capire che il sistema può andare in crisi vista la scarsità di personale e ci possono essere problemi. Ma la legge è questa, va rispettata”.

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