Un’altra vittima del Covid che con un po’ di responsabilità in più si sarebbe potuta evitare.
L’ultima volta che Valentina Abbruzzeso ha potuto abbracciare suo marito Paolo Tortora, figura di spicco nel mondo del catering e del banqueting, era la sera del 22 agosto, prima che lo intubassero a causa delle complicazioni dovute al Covid.
“Paolo non era vaccinato. Aveva contratto il virus lo scorso ottobre e voleva fare il vaccino a inizio autunno per poi affrontare l’inverno”, racconta la 36enne.
“Prima di morire mi ha scritto in una lettera che la nostra storia era una grande iniezioni di vita. Poi è precipitato tutto”.
Il 61enne soffirva di una “fragilità polmonare, che si portava dietro da anni”, prosegue Abbruzzeso.
“Aveva dolori alle spalle, ma prendeva un antinfiammatorio e via. Infatti i medici gli hanno trovato tessuto cicatriziale ai polmoni quando è stato ricoverato, segno di vecchi problemi”.
“Aveva incominciato a star male ai primi di agosto. Per un po’ l’ho curato a casa e né io né le bambine ci siamo contagiate. Poi il 12 è stato necessario il trasferimento all’ospedale”, spiega la donna.
“C’è stato un momento in cui ci sembrava anche che le cose andassero meglio. Poi dopo giorni passati con il casco e qualche miglioramento, la situazione è degenerata nel giro di due ore”
In un’intervista ha ripercorso la storia d’amore che lo legava a Tortora: “Tra noi è stato un colpo di fulmine. Io sono di Foggia, lui di Napoli: ci siamo conosciuti a Brescia, fidanzati a bergamo e sposati a Capri. Per lui ho lasciato la mia città, ho scoperto e amato Napoli e ora porterò avanti i suoi progetti di beneficenza”.
Tortora lascia anche due figlie, di 13 e 16 anni, entrambe ancora in attesa di ricevere la copertura vaccinale: “La piccola ha da poco compiuto gli anni. Prima di quel momento non si era mai posto il problema. La grande anni fa ha sofferto per una brutta reazione al vaccino contro la meningite e per il momento non mi sono sentita di immunizzarla”.
Le esequie sono state eseguite a Posillipo, ma il corpo dell’imprenditore “è già stato cremato e dopo il funerale porterò le sue ceneri a casa con me”, conclude Abbruzzeso.
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