Caso Eitan, l'avvocato degli zii invoca il suo l'immediato ritorno: "Va riportato oggi in Italia"
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Caso Eitan, l'avvocato degli zii invoca il suo l'immediato ritorno: "Va riportato oggi in Italia"

Il legale della famiglia in Italia: "Da quando è nato, ha vissuto in Italia. Questo è il suo luogo naturale''

Striscioni per Eitan
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19 Settembre 2021 - 17.48


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Il caso Eitan Biran continua a complicarsi e la distanza geografica e la diversa legislazione tra Italia e Israele non aiuta. Il piccolo unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone portato in Israele dal nonno materno, dovrà essere portato in Italia quanto prima, ossia “oggi, non domani e non dopodomani”.
E non si deve aspettare l’udienza fissata in Israele per il 29 settembre. Lo ha dichiarato alla radio israeliana Fm103 Avi Chimi, l’avvocato della famiglia paterna del bimbo. “Eitan sta vivendo una grave tragedia, a causa del disastro che ha separato lui e la sua famiglia. Il suo infortunio e la strada per la sua riabilitazione fisica e mentale è lunga. Da quando è nato, ha vissuto in Italia. Questo è il suo luogo naturale”, ha detto il legale.
Eitan “sta ancora subendo un trattamento medico significativo” al quale si aggiunge quello affettivo ”tra le braccia della sua amorevole zia”, prosegue. ”Il tribunale ha preso una chiara decisione, che la zia Aya sia la sua tutrice – ha aggiunto Avi Chimi – Sua zia ha stravolto la sua vita per stare vicino a Eitan, per farlo vivere nel posto migliore per lui. Era in un posto sicuro, ben curato, con tanto calore e amore” prima che il nonno materno lo portasse in Israele.
Secondo Avi Chimi la tesi della famiglia Peleg, secondo la quale lo Stato di Israele è il luogo migliore dove Eitan possa crescere, è “una narrazione sbagliata. Siamo davanti a un grave penale, un rapimento in violazione della Convenzione dell’Aia. E la polizia israeliana sta indagando”. Nell’incontro avvenuto tra Eitan e suo zio erano evidenti “segni di alienazione e incitamento”, ha aggiunto.
L’avvocato che rappresenta la famiglia del padre in Italia ha chiarito che ci “si aspetta che lo Stato di Israele garantisca il suo immediato ritorno in Italia oggi, non domani e non dopodomani. Così dovrebbe comportarsi uno Stato riformato. Deve restituire il bambino al suo posto naturale”. Necessario agire ”non in violazione di alcuna legge, in generale, in violazione dela Convenzione dell’Aia.
Speriamo davvero che la vicenda si concluda presto”. Su un’eventuale perseguimento del nonno da parte delle autorità israeliane, il legale ha detto che ”ovviamente è stata infranta la legge. Nel cuore della notte Eitan è stato portato in Israele, è un evento pianificato”.
La zia paterna è intanto andata in Israele ”per seguire le vicende legali, dato che la prima udienza è prevista per il 29”, ma anche per ”cercare di avere un contatto più ravvicinato con il bambino”. ”Vediamo se troveranno un accordo per un incontro”, ha aggiunto.

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