Alla fine è arrivata la sopsensione del preside che aveva accostato in maniera scellerata e vergognosa il green pass obbligatorio al monumento storico dell’olocausto, il campo di concentramento di Auschwitz. Lo si apprende da fonti del ministero dell’Istruzione.
Il dirigente, nei cui confronti è stato avviato un procedimento disciplinare, aveva realizzato un fotomontaggio, poi postato su Facebook, in cui si vedeva il cancello del campo di concentramento e la scritta “il Green pass rende liberi”.
Il dirigente scolastico, Stefano Gargioni, era già finito nelle polemiche per la scelta di non applicare la normativa sulla carta verde, obbligatoria per il personale scolastico. Poi il post, ripreso sabato dal deputato del Pd Emanuele Fiano, che ha annunciato interrogazione urgente al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
I presidi contro il collega
Il mondo della scuola si è schierato contro Gargioni. A prendere posizione 22 dirigenti scolastici di tutta la provincia di Ferrara e così anche l’Anp Emilia-Romagna (Associazione dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola) per voce del suo presidente Lamberto Montanari che ha condannato “la provocazione volgare ed offensiva di Gargioni, con un’immagine che fatichiamo persino a descrivere”.
I 22 colleghi ferraresi hanno invece scritto una lettera aperta, in cui sottolineano: “Non possiamo non prendere nettamente le distanze dalla sua ultima iniziativa, visto che approssimazione scientifica, falsificazione storica e desiderio di protagonismo hanno portato Gargioni a postare fotomontaggi pesantemente offensivi, lesivi della memoria di una tragedia come quella dei campi di sterminio. Non possiamo accettare di essere accomunati a tali espressioni anche solo per il nostro silenzio”.
Per Montanari dell’Anp l’immagine postata da Gargioni “calpesta, irride e si fa beffa delle regole che il Paese si è dato per affrontare la crisi pandemica. Un post che pare costruito dal coro sguaiato di quei violenti antiscientisti, negazionisti e incapaci di ogni rispetto anche per i 130mila morti causati della pandemia”.