Aveva messo in atto la sua protesta pacifica contro il governo per la limitazione degli spettatori nei teatri, esibendosi in luoghi alternativi come chiese, supermercati o autobus.
Tutto questo aveva suscitato clamore, tanto da essere convocato dal sottosegretario Sibilia per discutere delle possibili soluzioni per far ripartire settore dello spettacolo.
Alcuni però non hanno preso bene la sua ficcante ironia.
Il parroco della chiesa di Roma dove Duro si era esibito ha denunciato il comico per l’interruzione della funzione.
“E’ ufficiale, andrò all’inferno – spiega su Instagram Angelo Duro -. O almeno, per il momento. Il parroco, a cui circa un mese fa ho provato a sottrarre la platea nella sua parrocchia, e al quale ho spiegato le ragioni della mia protesta, mi ha denunciato. Sì. Assurdo. Ora non solo me la dovrò vedere con Dio, pure con il giudice”.
L’attore spiega che non era sua “intenzione offendere il prete o attaccare la chiesa. Vi ringrazio per la stima ma non sono ancora così forte. Le mie incursioni sono state solo un modo per evidenziare disuguaglianze, sì insomma, le cazzate, fatte da chi sta gestendo l’emergenza sanitaria. Scelte che hanno penalizzato molti settori, tipo, in questo caso, il mio, appunto. E lasciato a casa, senza lavoro, migliaia di persone, senza dirgli neppure che fine avrebbe fatto la loro professione”.
La protesta parte da una considerazione: “perché sui mezzi pubblici, a scuola, al supermercato, nei comizi e in tanti altri posti, si puo’ accedere senza green pass e senza restrizioni, e nei teatri invece non è possibile?”.
“In attesa che qualcuno mi delucidi sulla questione – dice ancora l’artista -, mi auguro che il parroco, che è un uomo di chiesa, perciò, sicuramente, una persona comprensiva e disponibile ad aiutare e ad ascoltare gli altri, ritiri la denuncia a mio carico”.
E conclude: “Ho commesso un peccato per dar voce e sostenere il mio settore, settore con migliaia di posti di lavoro in pericolo da due anni. Non merito una denuncia penale. La pena l’ho già subita con due anni di stare a casa a non fare nulla e a sopportare i miei familiari. Più pena di questa”.