Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha spiegato che la situazione è molto buona “ma non ottimale perché abbiamo ancora alcuni casi e tra 30-40 morti al giorno. Siamo tra i Paesi con l’incidenza più bassa, grazie alla campagna di vaccinazione e all’uso della mascherina al chiuso”.
“Per tenere sotto controllo il coronavirus, con un R0 che si assesta tra 5-6, dobbiamo raggiungere probabilmente la soglia del 90%”.
Secondo Rezza, “cosa succederà questo inverno con il Covid-19 dipende da diversi fattori ma in particolar modo dalla copertura vaccinale. Rimane una grossa fetta di irremovibili: sono ancora 7 milioni e 600mila gli italiani che non hanno fatto neanche una dose. E sono quelli tra i 30 e i 49 anni che fanno più resistenza”.
Mentre tra i più giovani l’adesione è alta: “L’80,5% nella fascia tra i 20 e i 29 anni si è immunizzato. Il desiderio di socialità spinge la campagna anche tra i teenager: 3 milioni di ragazzi tra i 12 e i 19 anni hanno fatto le due dosi, il 68,27% ha già fatto la prima. Sono in totale 88 milioni i vaccini finora somministrati, con l’81,9% della popolazione over 12 che ha completato il ciclo. Una percentuale che sfiora l’86% se si considera chi ha fatto almeno una dose”.
“Dobbiamo essere pronti a una nuova epidemia da ‘malattia x’, tra dieci o cinquant’anni”, aggiunge.
“Il coronavirus – ha sottolineato – ci ha insegnato che ci aspettavamo un’influenza ed è arrivata una pandemia. Abbiamo altri virus, per esempio quelli trasmessi dalle zanzare, che a causa dei cambiamenti climatici potrebbero assumere dimensione internazionale. Quelli che ci preoccupano di più, tuttavia, sono quelli respiratori”.
Per Rezza resta la necessità “di avere sempre dispositivi di protezione individuale, e attivare tutto ciò che è possibile in termini di contromisure mediche. Dobbiamo pianificare già da ora, per evitare di trovarci di fronte a una nuova emergenza pandemica”, conclude.
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