Il boom di contagi sta preoccupando l’Europa. Anche l’Italia sembrerebbe essere coinvolta in questa nuova ondata: complice le non vaccinazioni al di sotto della fascia d’età dei 12 anni.
Nell’ultima settimana aumenta l’incidenza in tutte le fasce d’età ma in particolare sotto i 12 anni che ancora non può essere vaccinata, dove si registra appunto l’incidenza più elevata rispetto alle altre fasce d’età. In totale il 24% dei casi sono stati diagnosticati sotto i 20 anni d’età.
Nella fascia in età scolare il 47% dei casi è stato diagnosticato fra i 6 e gli 11 anni, il 33% nella fascia 12-19 anni e solo il 13% e il 7% è stato diagnosticato, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni. Fra l′11 e il 24 ottobre 10.333 nuovi casi, 84 ospedalizzati, un ricoverato in intensiva e nessun deceduto.
Sono la provincia autonoma di Bolzano con un valore di 101,7 (contro l′85,6 della settimana prima), seguita dal Friuli Venezia Giulia a 96,5 (con un valore quasi doppio rispetto alla settimana precedente) e il Veneto a 61,4 (contro il 48,3) le tre regioni e province autonome con il valore maggiore dell’incidenza dei casi di Covid ogni 100 mila abitanti, con un valore nazione di 46. I dati sono riferiti alla settimana della 22-28 ottobre e sono contenuti nella tabella di accompagno al monitoraggio settimane sugli indicatori decisionali (incidenza e occupazione ospedali).
È elevata l’efficacia vaccinale rispetto ai ricoveri nei reparti non critici con una protezione al 92%, nelle terapia intensiva al 95%, e rispetto ai decessi 91% “anche con variante delta prevalente”, indica ancora il Report esteso settimana dell’Iss che integra il monitoraggio settimanale. La percentuale delle infezioni tra gli operatori sanitari rispetto al totale è stabile al 3,6%, sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità con un tweet.
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