I Fratelli d’Italia sono sempre bravissimi a farsi paladini della legge e dell’ordine quando a violarli sono i (pochi) stranieri che vivono in Italia, ma molto distratti quando si tratta di condannare apertamente illeciti italiani, come le varie e frequenti manifestazioni fasciste dei loro esponenti.
Rientra quindi appieno nella narrazione del partito la dichiarazione di Isabella Rauti, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili di FdI, riguardo l’episodio della ragazza di 14 anni originaria del Bangladesh picchiata dalla famiglia perché rifiutava di indossare il burqa: “Secondo quanto ricostruito dai carabinieri la minorenne è stata picchiata dal fratello diciassettenne che non ha accettato il rifiuto della sorella ad usare il velo, come prevede la fede islamica della famiglia. Dopo le cure in Ospedale, la ragazzina ha trovato la forza di raccontare le violenze subite ai militari dell’Arma dei Carabinieri e questo atto di coraggio l’ha portata in salvo. Accanto ai sentimenti di solidarietà per la giovane bengalese, il pensiero corre ai tanti casi di maltrattamenti, anche più gravi, che la cronaca ci restituisce di continuo. Un sommerso drammatico di violenze domestiche e familiari perpetrate in nome dell’osservanza dei dettami fondamentalisti. È inaccettabile, come ribadito da Giorgia Meloni, che nel nostro Paese alcune comunità straniere si rifiutino di rispettare la nostra cultura e di accettare le regole del vivere civile”.
Se siamo, chiaramente d’accordo con la condanna al fondamentalismo, sarebbe il caso di ricordare a Rauti che in Italia ci sono stati 103 femminicidi, per la maggior parte perpetrati di uomini italiani. Eppure, una retorica sull’accettare la cultura e le regole del vivere civile, rivolta agli italiani, manca platealmente nei messaggi propagandistici dei Fratelli d’Italia.
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