Liberato dal carcere di Lucca un torturatore di Pinochet: la condanna del comitato di Marzabotto
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Liberato dal carcere di Lucca un torturatore di Pinochet: la condanna del comitato di Marzabotto

Reinhard Doring Falkenberg uscito dal carcere di Lucca. Ricercato in Cile ora vive in Germania ma era stato arrestato in Italia

Liberato dal carcere di Lucca un torturatore di Pinochet: la condanna del comitato di Marzabotto
Reinhard Doring Falkenberg torturatore di Pinochet
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29 Novembre 2021 - 18.38


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Una vicenda che indigna, perché ogni volta che per cavilli burocratici o inerzia un torturatore fascista scampa alla giustizia è un’offesa alle vittime e a tutti coloro che hanno lottato e lottano per la libertà dalla dittatura.

Il Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto esprime la sua “più ferma condanna” per la vicenda legata alla liberazione di Reinhard Doring Falkenberg dal carcere di Lucca.

In una nota il Comitato riferisce: “Il torturatore degli oppositori politici di Pinochet fuggito in Germania, dove vive, a seguito di un intoppo burocratico e di una serie di errori ancora in corso di accertamento. L’uomo di 76 anni, latitante da 15 anni, era in attesa della richiesta di estradizione dal Cile, ma è stato scarcerato dalla Corte d’Appello di Firenze un giorno prima dell’arrivo del documento ufficiale che lo avrebbe portato davanti al banco degli imputati dall’altra parte dell’oceano. Una vicenda che ha dell’incredibile, ma che si riallaccia ad una delle pagine più buie della nostra storia.

Nel 2007 al tribunale militare de la Spezia c’è stato il vero processo per l’eccidio di Monte Sole, 62 anni dopo il massacro in cui morirono quasi 800 persone, e che portò alla condanna all’ergastolo di dieci dei 17 ex ufficiali nazisti, tutti contumaci. Oggi come allora, purtroppo queste condanne non furono mai eseguite dalla Germania, e tutti gli imputati poterono continuare la loro vita come se nulla fosse”.

“La comunità di Monte Sole-Marzabotto, come quelle di tanti luoghi di stragi in Italia nella Seconda guerra mondiale, sa bene cosa significhi una giustizia negata, a causa di qualcosa di più di un ufficio chiuso o di un intoppo burocratico, con processi fatti quando gran parte dei colpevoli (noti da subito) erano già quasi tutti scomparsi o oltre ottuagenari – spiega il Comitato -.

Ci auguriamo che per il signor Fankelberg non sia così e quanto prima lo si possa vedere processato da una giuria di un Paese tornato libero, malgrado il suo operato”.

Alla condanna del Comitato si unisce anche l’Associazione dei famigliari delle vittime degli eccidi nazifascisti nei comuni di Grizzana Morandi, Marzabotto e Monzuno. Una realtà nata nel 2006 proprio in occasione della celebrazione del processo de La Spezia per garantire la tutela legale di tutte le vittime dell’eccidio.

Tra le famiglie che hanno accusato il signor Falkenberg c’è anche quella di Juan Maino, cittadino italo-cileno di cui non si sa più niente da allora: a difenderla oggi c’è l’avvocato Andrea Speranzoni, che ha seguito anche i familiari della strage del 2 agosto a Bologna e degli eccidi di Monte Sole nel 2006-2007 a La Spezia.

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