L'epidemiologo Greco: "I dati dicono che la variante Omicron per ora non deve preoccuparci"
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L'epidemiologo Greco: "I dati dicono che la variante Omicron per ora non deve preoccuparci"

Il componente del Comitato tecnico scientifico: "Probabile che Omicron si diffonda nel nostro Paese, ma non lo sta facendo, e comunque qualora lo facesse siamo protetti con le tre dosi di vaccino".

L'epidemiologo Greco: "I dati dicono che la variante Omicron per ora non deve preoccuparci"
L'epidemiologo, Donato Greco
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9 Dicembre 2021 - 14.30


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L’ascesa della variante Omicron in Europa è senz’altro un dato di fatto, ma stando alle parole di alcuni esperti potrebbe essere, momentaneamente, un problema ‘marginale’, almeno secondo i dati che sono a disposizione:

“Ad oggi i dati ci dicono che in Europa” la presenza della variante Omicron “è sporadica, e che in Italia siamo a una dozzina di isolamenti. E che non sembra più trasmissibile come si era pensato all’inizio, ed è certamente meno patogena, come comunicato ieri dall’Oms. Inoltre le tre dosi di vaccino anti-Covid, secondo dati forniti da Pfizer, sono protettive” anche contro questa variante.

“Tutto questo ci porta oggi a una conclusione – che ovviamente potrà cambiare in caso di nuovi dati – ovvero che non dobbiamo preoccuparci per Omicron”.

Così l’epidemiologo Donato Greco, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), che aggiunge: “E’ probabile che Omicron si diffonda nel nostro Paese, ma non lo sta facendo, e comunque qualora lo facesse siamo protetti con le tre dosi di vaccino”.

Greco, epidemiologo con decenni di esperienza alle spalle, in prima linea a partire dal colera del ’73 a Napoli all’attuale pandemia, spiega: “Non conosco virus senza varianti, e riguardo a Covid sono state identificate, soltanto nel 2020, 1500 mutazioni. E’ chiaro che la singola mutazione fa parte della vita del virus e non porta variazioni importanti, e ciò accade solo con la somma delle mutazioni.

Omicron ha 32 mutazioni nella zona della proteina Spike e per questo è stata classificata ‘preoccupante’ dall’Oms”. Ma la stessa Organizzazione mondiale della Sanità, “proprio ieri ci ha rassicurato”, ha concluso.

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