Parla la prima dottoressa immunizzata allo Spallanzani, un anno dopo la più grande campagna vaccinale della storia
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Parla la prima dottoressa immunizzata allo Spallanzani, un anno dopo la più grande campagna vaccinale della storia

Oggi la Capobianchi è in pensione, ma è stata determinante nel suo laboratorio allo Spallanzani per dare le prime risposte sequenziando Sars-Cov-2

Parla la prima dottoressa immunizzata allo Spallanzani, un anno dopo la più grande campagna vaccinale della storia
Maria Rosaria Capobianchi con Mattarella
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27 Dicembre 2021 - 17.19


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A un anno dall’inizio della più grande campagna vaccinale della storia parlano i protagonisti di quella giornata.

Un anno fa allo Spallanzani di Roma venivano somministrate le prime dosi di vaccino anti-Covid ad un gruppo di cinque sanitari. Tra loro anche la biologa Maria Rosaria Capobianchi: “Sono stata orgogliosa di essere tra i primi cinque italiani vaccinati – racconta -era il segnale che stavano uscendo dall’incubo. Il 2020 è stato un anno orribile e il 2021 non è stato privo di sfide, ora stiamo rivivendo l’onda del terrore dell’aumento dei contagi come accadde un anno fa. Ma abbiamo un’arma formidabile: il vaccino”.

Oggi la Capobianchi è in pensione, ma è stata determinante nel suo laboratorio allo Spallanzani per dare le prime risposte sequenziando Sars-Cov-2. “Il vaccino oggi è fondamentale e vedo che gli italiani stanno rispondendo anche sulla terza dose – osserva – ma non dobbiamo dimenticare che ci vogliono le misure sociali che conosciamo bene, indossare la mascherina e il distanziamento, e poi è arrivato il momento di aggiornare i vaccini a una situazione che è in continua evoluzione. Omicron non sarà l’ultima variante, e dobbiamo avere nuovi vaccini aggiornati”. Sulla scelta di imporre un lockdown solo ai non vaccinati, la Capobianchi frena: “Sono misure severe ed è la politica che deve prendersi la responsabilità e decidere – evidenzia la biologa – in Germania questo strumento ha funzionato, ma credo dipenda molto dalla sensibilità della popolazione. In Italia mettiamo tutto in discussione e non è facile imporre misure drastiche”.

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