Le Regioni fanno fronte comune per un cambio di parametri che non le traghetti in zona arancione. Dopo il pressing al governo per ritardare l’apertura delle scuole ora si punta ad un ulteriore cambio di strategia che vede protagonisti di nuovo i numeri dei contagi e dei ricoveri, ma L’Istituto Superiore di Sanità frena qualsiasi misura in questo senso.
La sorveglianza “deve contenere tutti i positivi e non solo i casi con sintomatologia più indicativa di Covid-19”. Lo afferma l’Iss replicando alle Regioni, sottolineando che “la maggior parte delle infezioni, in particolare nei vaccinati, decorre in maniera asintomatica o con sintomi molto sfumati”. Dai dati dell’Iss, inoltre, emerge come il booster sia efficace al 97,8% nell’evitare forme gravi della malattia.
Occupazione intensive cala in 8 Regioni
Resta stabile al 18% la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid, ma cala in otto Regioni mentre sei sono oltre la soglia del 20%. E’ quanto risulta dagli ultimi dati Agenas. L’enorme quantità di casi di coronavirus (1,2 milioni in 7 giorni), sottolinea la Fondazione Gimbe, “incontrando una popolazione suscettibile troppo numerosa, sta progressivamente saturando gli ospedali. E, di conseguenza, molte Regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese”.
Col cambio di fascia aumentano le restrizioni per i No vax
Già nelle prossime ore tre Regioni potrebbero cambiare fascia. E con la zona arancione aumentano le restrizioni soprattutto per i No vax, che non possono uscire dal comune di residenza se non per lavoro, salute e urgenza. Si entra in quale fascia con l’occupazione delle terapie intensive al 20% e quella dei reparti Covid al 30%.
Calabria, Piemonte e Sicilia verso la zona arancione
La cabina di regia si riunirà nelle prossime ore e solo dopo che i tecnici avranno analizzato i numeri il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà le ordinanze. Stando ai dati dell’Agenas, già da lunedì potrebbero però passare in arancione la Calabria, che ha le intensive al 20% e i reparti ordinari al 38%, il Piemonte, rispettivamente 23% e 33%, e la Sicilia, che ha le rianimazioni al 20% e i reparti Covid al 33%.
La proposta delle Regioni sui dati dei contagi
Ma se il trend non si inverte, le prossime settimane vedranno altre 10 Regioni cambiare colore: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, provincia di Trento, Toscana e Veneto hanno sforato la soglia del 20% nelle intensive mentre Liguria, Umbria, Lombardia, e Valle d’Aosta sono già oltre il 30% dell’occupazione nei reparti Covid. Per questo i presidenti di Regione stanno valutando la possibilità di inviare una lettera al ministero della Salute e all’Istituto superiore di Sanità per chiedere di considerare casi Covid solo i sintomatici nel conteggio dei positivi ricoverati e di escludere chi ha anche altre patologie.
Ma l’Iss è già pronto allo stop
L’Istituto superiore di Sanità, però, è già pronto allo stop. Primo, dicono gli scienziati, vanno contati anche gli asintomatici. In molti casi l’infezione “decorre in maniera asintomatica”. Dunque, “non sorvegliare questi casi limiterebbe la capacità di identificare le variabili emergenti” e “non renderebbe possibile monitorare l’andamento della circolazione del virus”.
Il governo prepara il nuovo Dpcm
A Palazzo Chigi, intanto, si sta lavorando al Dpcm che dovrà definire, in vista del 20 gennaio, quali sono le attività e i servizi ai quali si potrà accedere anche senza Green pass, come previsto dal decreto del 7 gennaio, quelle “necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona” si legge nel testo. Sarà sicuramente possibile fare la spesa al supermercato, andare in farmacia, in ospedale, dal medico di base, dal veterinario. E ancora, andare a denunciare un reato o per esigenze urgenti di tutela dei minori, per andare in tribunale a testimoniare.