L’iniziativa del vescovo-medico di Teano-Calvi, Monsignor Giacomo Cirulli è stata fin da subito quella di proibire ai non vaccinati, in Chiesa, di distribuire la comunione. Tuttavia su di lui si sono scatenati subito i cosiddetti “haters”.
Così, nel Casertano, a sua protezione è arrivata la Digos che indaga sugli autori delle minacce. Intanto, anche a Cremona si segue la strada intrapresa da Cirulli a inizio 2022 nel Casertano: il collega Antonio Napolioni ha inviato una lettera alla sua Diocesi in cui si legge: “La comunione sia distribuita da ministri vaccinati o si incarichi persona idonea”.
La Digos al fianco di Monsignor Cirulli
“Sono venuti a trovarmi, non su mia richiesta, alcuni ispettori della Digos che stanno attenzionando la vicenda”, dichiara Cirulli in un’intervista a L’Avvenire.
“La mia è stata una decisione presa in conseguenza del grave peggioramento della situazione pandemica – spiega il vescovo di Teano, tornando sulla sua decisione dell’8 gennaio. – Sulla scia delle parole del Papa e nella linea della Chiesa italiana. Ho avuto notizia da parte di fedeli preoccupati che c’erano sacerdoti, diaconi, laici e laiche che distribuivano le particole consacrate non essendo vaccinati. Quando queste segnalazioni sono aumentate, ho pensato di intervenire. Tutto qui. Mi sembrava e mi sembra una scelta di semplice buon senso. Presa per difendere la salute dei fedeli vaccinati e anche quella dei sacerdoti e dei ministri straordinari dell’eucaristia non vaccinati”. “E invece – racconta – si sono scatenati i cosiddetti leoni da tastiera che mi hanno riempito di insulti e minacce”.
Anche il vescovo di Cremona: diano la Comunione solo i vaccinati
Solo vaccinati a distribuire l’eucarestia: il vescovo di Cremona Antonio Napolioni lo ha chiesto nella lettera che ha inviato a sacerdoti, diaconi e religiosi della Diocesi in cui ha parlato delle necessarie misure anti-Covid qualche giorno dopo le raccomandazioni della segreteria generale della Cei.
Il suo invito, anche ai fedeli, è di “essere testimoni di fiducia, senso di responsabilità e attenzione al bene comune, compiendo un atto di amore che è costituito dalla vaccinazione”, come scrive nel messaggio riportato da La Provincia di Cremona.
“Diventa opportuno che i presbiteri, per prestare servizio nelle celebrazioni, abbiano sempre cura di trovarsi in una delle tre condizioni previste dalla legge: vaccinazione, guarigione da non oltre 180 giorni, o test negativo. La comunione sia distribuita da ministri vaccinati o si incarichi persona idonea, religiosa o laica, dotata di avvenuta vaccinazione”.