C’è speranza che la variante Omicron segni la fine della pandemia. Ma quali sono le conoscenze che abbiamo al momento su Omicron? Come la nuova variante ha influenzato questa fase pandemica? E come possiamo contrastarla? Guido Silvestri, 59 anni, patologo, immunologo, virologo e accademico italiano, professore e direttore di Dipartimento alla Emory University di Atlanta, ha provato a rispondere a queste domande.
1) Omicron è più trasmissibile di Delta e altre varianti, che sta rimpiazzando ovunque. Questo è dovuto all’alta affinità di questo virus per il suo recettore ed alla capacità di aggirare (in parte, non totalmente) le risposte immunitarie anticorpali.
2) Omicron è meno patogenica di Delta sia a livello clinico (riduzione della mortalità del 91% in uno studio su 70.000 pazienti in California) che nell’animale di laboratorio.
3) La minore patogenicità di Omicron è in parte intrinseca e sembra legata alla minore capacità di infettare le cellule polmonari (e quindi di causare polmonite severa).
4) Al momento non sappiamo se e quanto le caratteristiche chiave di Omicron — più trasmissibile, meno patogenica — siano legate da una relazione causale oppure si siano sviluppate in modo indipendente.
5) Omicron è più efficace di altre varianti nell’infettare persone vaccinate, ma in questi casi la malattia è quasi sempre molto lieve. In altre parole, i vaccini sono poco efficaci nell’evitare i contagi, ma funzionano bene nel prevenire l’infezione severa.
Questo significa che Omicron è più trasmissibile, ma anche più lieve. I Paesi reagiscono insistendo ancora sulla vaccinazione di massa: la sola difesa da futuri ceppi più aggressivi.
Argomenti: covid-19