Il 27 gennaio in tutto il mondo si celebra il Giorno della memoria, una data simbolica per ricordare le vittime del nazismo. Milioni di persone furono sterminate per via della loro razza, nazionalità o ideologia politica dal regime hitleriano. Un orrore che non ha annientato solo il popolo ebreo, che piange circa 6 milioni di morti, ma anche gli emarginati e chi non si allineava con i principi del nazionalsocialismo.
L’antisemitismo in Europa si trasformò in un programma politico preciso quando Hitler salì al potere nel 1933. La persecuzione degli ebrei divenne sistematica e spietata in diversi Paesi, tra questi l’Italia fascista. Sono serviti anni per consentire alla storiografia di ricostruire numericamente l’Olocausto. La stima delle vittime oggi fa paura: si aggira attorno a 6 milioni di persone, metà delle quali uccise nei campi di concentramento o di sterminio. Un terzo della popolazione ebraica fu così cancellata dalla faccia della terra. Una vergogna per l’umanità che adesso ha il dovere di ricordare e riflettere.
In Italia il presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico, hanno deposto una corona di fiori in Largo 16 ottobre 1943, luogo simbolo della deportazione degli ebrei romani. A riceverli Ruth Dureghello, Noemi Di Segni e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.