Un annuncio di un’azienda di Napoli sta facendo molto discutere a causa della richiesta, per il ruolo di receptionist, di inviare – oltre al curriculum – una “foto a figura intera in costume da bagno o similare”. Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, avrebbe chiesto al direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano, di inviare gli ispettori per svolgere accertamenti.
L’annuncio è relativo a un lavoro in un ufficio nel Centro direzionale di Napoli e l’offerta è stata pubblicata anche su diversi siti web specializzati. In alcuni è stata poi corretta, omettendo il “dettaglio” della foto in costume. Tra le altre richieste quella di saper parlare bene l’inglese e avere massimo 30 anni, il tutto a 500 euro al mese per 24 ore a settimana.
La ditta, che si occupa di vigilanza privata e accoglienza in strutture, ha provocato enormi polemiche sui social network sull’aspetto sessista ma anche sullo stipendio offerto: si lavora dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17 un giorno sì e uno no, per 500 euro al mese. “La cosa tragica è che una persona diplomata, con conoscenza lingue, debba sentirsi offrire uno stipendio simile, con 500 euro per 24 ore settimanali è da schifo. Poi si aggiunge la richiesta della foto in costume”, scrive una commentatrice sui social, che resta molto stranita dall’annuncio come centinaia di lettori.
Resta molto colpita anche Chiara Marciani, assessore al Lavoro del Comune di Napoli: “Vogliono una foto in costume da bagno? Ma che annuncio assurdo – dice – sono scandalosi ma lo sono sotto tanti punti di vista, a partire dalla ricerca di una donna con meno di 30 anni e dello stipendio che è assurdamente poco adatto all’impegno e all’attività che si richiede”.
Marciani commenta il forte lavoro che nelle istituzioni bisogna fare sul tema: “Resta il problema del sessismo, sono tante le norme che aiutano le donne nella ricerca di occupazione, lavoriamo sulle dimissioni in bianco, sulla donna incinta costretta al licenziamento. Ci sono annunci assurdi e anche tanti temi seri su cui lavorare, soprattutto in una città come Napoli che ha occupazione molto bassa delle donne. Questi annunci non aiutano. Lavoriamo sempre su parità femminile e parità salariale”.