Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ospite di ‘Radio Anch’io’ Su Rai Radio 1, ha spiegato che “l’obiettivo a cui stiamo lavorando è che al 31 marzo finisca lo stato di emergenza. I dati in questo senso sono positivi e ci auguriamo che continuino e dobbiamo continuare con le terze dosi”.
La fine dello stato di emergenza il 31 marzo “credo che possa essere una previsione ragionevole, ma con il difetto di essere appunto una previsione” dice all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Non sono nella condizione di dire con assoluta certezza” se alla fine del prossimo mese si potrà davvero voltare pagina nella gestione del coronavirus pandemico. “Da qui al 31 di marzo ci sono in ballo più di 50 giorni e bisogna vedere come andranno le cose”, sottolinea con prudenza.
“Mi auguro che sia possibile” evitare una nuova proroga, auspica l’esperto. “Non è irragionevole”, ammette, ma come in tutte le previsioni “ci sono elementi che possono favorire l’una o l’altra delle ipotesi” in campo e quindi più a ridosso della scadenza, “sulla base dell’ipotesi che in quel momento risulterà maggiormente favorita – precisa – ci si potrà conseguentemente muovere”.
Pur conservando “le riserve” in virtù delle quali “più volte mi sono preso del menagramo”, Galli passa in rassegna “elementi tutto sommato positivi: abbiamo visto da una parte continuare ad aumentare il numero dei vaccinati – osserva – e dall’altra una iniziale, ma non del tutto non significativa, riduzione delle infezioni registrate”.
E poi c’è il fattore Omicron: anche se “di infezioni ce ne sono state sicuramente di più rispetto a quelle che abbiamo visto”, considerando che “non proprio tutti quelli che si sono infettati con la nuova variante si sono registrati per averla fatta”, secondo l’infettivologo è comunque “ragionevole pensare che Omicron faccia complessivamente meno danno. O perché intrinsecamente meno patogena, o perché forzatamente tale in una popolazione con tanti vaccinati, che hanno una capacità di difesa maggiore e perciò non sviluppano malattia grave. Messi insieme tutti questi elementi – conclude – ci sta che si possa andare finalmente verso una condizione di maggiore normalità”.
“Lo stato di emergenza finirà a marzo? Meglio così, non ci sono gli elementi, non c’è una giustificazione per una proroga dello stato di emergenza” afferma il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, ribadendo all’Adnkronos Salute il messaggio già lanciato nei giorni scorsi: “E’ ora che si concluda” questa modalità di gestione di Covid-19 come un’emergenza. Ed esprime quindi soddisfazione per gli annunci di queste ore. Ieri era stato lo stesso sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a dire che, “dopo il 31 marzo, sarà difficile dover prorogare lo stato di emergenza”.
“Cosa mi aspetto che succeda dopo? Non lo so – risponde Crisanti – Dobbiamo abituarci a gestire questa cosa in un modo normale. Dopo 2 anni è normale che lo stato di emergenza venga abolito”.
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