Ciao ciao mascherine all'aperto, il prossimo passo sarà l'allentamento sul green pass
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Ciao ciao mascherine all'aperto, il prossimo passo sarà l'allentamento sul green pass

Da venerdì 11 febbraio inizia il progressivo allentamento delle restrizioni. Per la certificazione verde potrebbero esserci cambiamenti già prima del 31 marzo, data fine dello stato di emergenza

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11 Febbraio 2022 - 09.16


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Il virus sta arretrando in modo importante e di conseguenza l’Italia si prepara alla riapertura post Covid. Dai contagi alle terapie intensive e ordinarie, tutti i dati sono in calo e indicano una situazione pandemica sempre più sotto controllo. Il primo passo sarà l’addio all’obbligo di utilizzare le mascherine all’aperto, una misura che era stata decisa con il decreto del 13 ottobre del 2020, dunque 16 mesi fa, quando a palazzo Chigi c’era ancora Giuseppe Conte. Ma il giro di boa decisivo sarà il 31 marzo quando scadrà lo stato di emergenza con un conseguente allentamento di tutte le altre restrizioni, compreso il green pass.

Per il pass il termine ultimo dovrebbe essere il 15 giugno, quando scadrà l’obbligo della vaccinazione per gli over 50, ma non è escluso possa avere anche un’accelerazione, con alcuni divieti che potrebbero cadere anche prima del 31 marzo. Già le Regioni chiedono di accelerare. “La pandemia è diversa, il virus è diverso, la situazione è molto diversa – sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga – dobbiamo cambiare approccio ed essere pragmatici”.

Un’apertura arriva anche dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “Credo che già dal mese di marzo si possa prevedere un allentamento del green pass, graduale, partendo dai luoghi all’aperto”. Più cauto l’altro sottosegretario Pierpaolo Sileri, il quale sottolinea che “sicuramente andrà fatta una revisione” del sistema con la fine dello stato d’emergenza ma è prematuro” pensare di toglierlo prima.

Sileri, invece, non esclude che si possa dar seguito prima del 31 marzo a una delle tante richieste delle Regioni fin qui stoppata dal governo, l’abolizione dell’isolamento per i positivi asintomatici. “Credo che, come la Gran Bretagna, arriveremo alla revoca dell’isolamento quando sarà dimostrata la sicurezza e gli ospedali saranno molto più vuoti”.

Prima del 31 marzo è possibile che venga eliminato l’obbligo del pass rafforzato per tutte quelle attività in cui è previsto all’aperto, dai ristoranti agli stadi, e per quelle in cui serve il “base”, negozi, servizi alla persona, banche, uffici postali e uffici pubblici. Il secondo step, in concomitanza con la fine dello stato d’emergenza, potrebbe invece riguardare i locali al chiuso come cinema, teatri, musei, ristoranti e mezzi di trasporto locali. Dovrebbe invece rimanere su quelli a lunga percorrenza, per arrivare poi, a giugno, a eliminarlo nei luoghi di lavoro. Questa road map è però tutt’altro che certa e all’interno del governo la discussione è ancora aperta.

Si torna a poter visitare i parenti in ospedale
Un altro “anticipo’ l’ha invece introdotto un emendamento di Italia Viva al decreto legge della vigilia di Natale in conversione al Senato e approvato in Commissione affari sociali: dal 10 marzo sarà nuovamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale, per 45 minuti al giorno. E sempre a marzo, dall’1, hanno già annunciato Speranza e il sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, le capienze di stadi e palazzetti saliranno rispettivamente al 75% e al 60% con l’obiettivo di riaprirli completamente. L’obiettivo è di tornare al 100% prima della fine della stagione.

Comitato tecnico-scientifico
Con la fine dello stato di emergenza si chiuderebbe l’attività del Comitato tecnico-scientifico e del commissario straordinario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, e della sua gestione della campagna vaccinale. Il Comitato è un organo consultivo del governo strettamente legato all’emergenza.

Gestione vaccini
L’acquisto dei vaccini resterà in capo al ministero della Salute, al quale dovrebbe finire anche tutto ciò che riguarda gli acquisti di farmaci per la lotta al virus. Alle Regioni dovrebbero invece tornare tutte le competenze su ciò che riguarda la campagna vaccinale e gli eventuali richiami, con un graduale passaggio della gestione dai grandi hub ai medici di famiglia, ai pediatri e agli ospedali. Ancora aperto, invece, il discorso relativo alla logistica e alla distribuzione di farmaci e vaccini nonché quello sugli acquisti ora in carico a Figliuolo, dai dispositivi di protezione individuale ai ventilatori polmonari. Tra le ipotesi avanzate a dicembre c’era quella di creare una struttura di missione ad hoc a Palazzo Chigi o un passaggio delle competenze dalla Struttura commissariale alla Protezione civile.

Smart working
Negli uffici si tornerà a lavorare in presenza, ma lo smart working potrà continuare previo accordo tra l’azienda e i dipendenti.

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