Luigi Berlinguer ha inviato una lunga lettera al Foglio e indirizzata a sua nipote Bianca, prendendo le distanze dall’articolo “Chiamarsi Berlinguer”. Di seguito i passaggi più importanti della lettera.
“Cara Bianca, non sono riuscito a parlarti al telefono, quindi ti scrivo queste poche righe. Anzitutto per scusarmi, avendo letto ciò che Il Foglio ha rappresentato come mia intervista. In verità, non mi era stata annunciata alcuna intervista da parte del giornalista che mi ha telefonato, il quale mi ha fatto domande su argomenti disparati e mai avrei immaginato che invece volesse confezionare un articolo tutto su di te. Non Immaginavo neppure che le mie parole fossero raccolte col precipuo scopo di denigrarti. Ciò che, ti assicuro, non è mai stata mia intenzione fare”.
Un articolo nel quale l’ex ministro dell’Istruzione sembrava ammonire Bianca Berlinguer (“Chi porta quel cognome deve proteggerlo e tutelarlo. Bisogna farne manutenzione continua. E’ come un pezzo di cristallo. E’ fragile”.
“E’ il nostro patrimonio, il nostro tesoro” e ora Bianca “sta dentro a un meccanismo, un ingranaggio. Si chiama televisione. Credo che si sia lasciata prendere. Ma lei è la figlia di Enrico. Non può dimenticarlo”.
“Ho sempre pensato, e lo sai – scrive ancora Luigi Berlinguer, rivolgendosi a Bianca – che le posizioni di prestigio che hai occupato e che ancora occupi, siano il riflesso delle tue innegabili capacità professionali. Mi accingo perciò ad inviare questa smentita al Foglio affinché la pubblichi. La invio anche a te, affinché ne faccia l’uso che più ritieni opportuno.
Con la stima e l’affetto di sempre, tuo
Luigi Berlinguer”.