La psichiatra Cristina Camilleri, deponendo al processo Open Arms, per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio a carico del leader leghista Matteo Salvini, accusato di aver negato, in maniera illegittima, lo sbarco ai profughi. Presso l’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, ha parlato dell’equipaggio: “Il personale dell’equipaggio Open Arms era molto stanco, avevano detto che c’erano state delle forti tensioni a bordo“.
Alla domanda della pm Giorgia Righi se sarebbe stato possibile “in quelle condizioni prolungare la permanenza per navigare fino in Spagna”, la psichiatra ha risposto: “Da un punto di vista strettamente medico la situazione era di urgenza, in cui bisognava intervenire per evitare che l’urgenza si trasformasse in emergenza”.
“Non c’era più nessuna fiducia nelle rassicurazioni – dice ancora – rispondere in termini precisi non sono in grado di farlo, l’attivazione di tipo paranoidale, soprattutto da parte degli uomini, era quella di non credere più a nulla. La valutazione sarebbe di tipo personale e non su basi scientifiche”.
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