Emilia, Mattarella visita la regione dopo 10 anni dal terribile terremoto
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Emilia, Mattarella visita la regione dopo 10 anni dal terribile terremoto

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Gli emiliani si sono tirati su le maniche. Ricordiamo chi ha perso la vita, chi ha dovuto organizzarsi per la casa distrutta, chi ha dovuto fare i conti con un cambio di esistenza"

Emilia, Mattarella visita la regione dopo 10 anni dal terribile terremoto
Mattarella in Emilia
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20 Maggio 2022 - 11.55


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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è in Emilia, in visita oggi a Medolla e Finale Emilia per il decimo anniversario del terremoto che il 20 maggio 2012 sconvolse la regione. Mattarella al teatro Facchini di Medolla è stato salutato da centinaia di bambini delle scuole che sventolano bandierine tricolore e gridano “presidente, presidente”. Mattarella è stato accolto dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dal sindaco, Alberto Calciolari, oltre che dal prefetto di Modena, Alessandra Camporota.

Il senso è che gli emiliani si sono tirati su le maniche. Anche la presenza del presidente dimostra questo. Ricordiamo chi ha perso la vita, chi ha dovuto organizzarsi perché la casa si è distrutta, chi ha dovuto fare i conti con un cambio completo di esistenza”. Lo ha detto Nek, cantante di Sassuolo scelto per intonare l’inno nazionale in apertura delle celebrazioni di Medolla per il decennale del sisma. “Ma siamo qui a gioire perché siamo insieme a portare avanti un’Emilia che non si piange addosso”, ha detto Nek, prima di entrare in teatro, e ricordando anche il concerto organizzato per solidarietà dopo il terremoto. “Fu bellissimo stringerci con amici e colleghi per farci forza, ricordo che c’era l’amico Fabrizio Frizzi che presentò quell’evento. Ci sono ricordi molto forti”, ha detto.

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Le scuole ricostruite dopo il terremoto “sono diventate un riferimento, un catalogo a cielo aperto di cosa sono le scuole che stiamo costruendo sul territorio nazionale”. Così il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, arrivando al teatro Facchini di Medolla (Modena) per accogliere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel decennale del sisma di maggio 2012. “Il giorno del terremoto ci impegnammo a riaprire le scuole il 17 settembre. Lo abbiamo fatto allora perché c’era tutta questa gente meravigliosa”, ha detto il ministro mentre i bambini delle scuole del paese sventolano bandierine tricolore in attesa del capo dello Stato.

“Certo siamo partiti che non c’era quasi nulla di impostato, abbiamo costruito una strada che è certamente stata utile e sarà utile per il Paese”. Lo ha detto Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia-Romagna e in carica quando ci fu il terremoto del maggio 2012. “Quando arriva un terremoto arriva in un territorio che ha la sua cultura, la sua popolazione, le sue caratteristiche economiche, sociali. Non esiste un modello, non esiste uno schemino da applicare”, ha detto Errani. “Occorre avere la flessibilità e la capacità di interpretare quel territorio. Se no è difficile ricostruire”.

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“Quello che mi ha sempre mosso è stata la reazione delle persone. Dal primo giorno, dalla prima scossa, una reazione forte che mi ha fatto capire che ce la potevamo fare e non c’era tempo di fare riflessioni negative. Bisognava uscire al più presto dall’emergenza, come abbiamo fatto e poi impostare il progetto della ricostruzione. Possiamo dire che è un’esperienza riuscita”.

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