E’ salito a 7 morti e 7 feriti il bilancio del crollo di un seracco sul ghiacciaio della Marmolada, ma i soccorritori sono riusciti a portare in salvo 4 superstiti dati per dispersi in un primo momento. Secondo il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, che ha parlato all’AdnKronos in merito all’incidente avvenuto sulla Marmolada ieri pomeriggio il bilancio è solo provvisorio.
“Temo che le vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo – aggiunge il procuratore – visto il numero dei dispersi e il fatto che siano rimaste parcheggiate 16 auto. L’apertura del fascicolo è un atto dovuto. La prima cosa da fare in questo momento è l’identificazione delle vittime che non sarà facile, servirà l’esame del dna”.
Un’altra vittima è stata recuperata dai soccorritori sulla Marmolada, dove ieri il crollo di un seracco ha travolto le cordate di alpinisti che stavano salendo in vetta. Sale quindi a otto, al momento, il conteggio dei morti di questa tragedia in alta quota. C’è però anche una buona notizia: quattro persone, date in un primo tempo disperse nel crollo, sono state rintracciate e sono in salvo.
Dunque scende a 14 il numero degli escursionisti dispersi. A causa del maltempo che sta interessando la zona le ricerche dei soccorritori si fanno però difficoltose: al momento nessuno può raggiungere il ghiacciaio ed anche i droni sono costretti a restare a terra per la pioggia. Proprio a causa delle condizioni meteorologiche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, non ha potuto atterrare in elicottero Canazei, dove vengono coordinate le operazioni, e sta quindi raggiungendo la località in auto.
A complicare il lavoro dei soccorritori anche l’instabilità del ghiacciaio, dove potrebbero verificarsi nuovi crolli, anche se per ora pare tramontata l’ipotesi di intervenire facendo brillare la parte di seracco rimasta attaccata alla cima della Marmolada. Secondo le prime ricostruzioni della dinamica dell’incidente a fare da ‘scivolo’ all’enorme mole di materiale è stato un accumulo di acqua di fusione nella conca sotto la vetta. Quando il pezzo di ghiaccio si è staccato verticalmente non aveva appoggio ma, appunto, solo acqua. Tra le sei vittime riconosciute ci sarebbe anche Davide Miotti di 51 anni, residente a Cittadella (Padova).
In cordata con lui c’era anche la moglie, Erica Campagnolo, che al momento risulta tra i dispersi sul ghiacciaio. Oggi il negozio di articoli tecnici per montagna gestito da Davide a Tezze sul Brenta (Vicenza) è rimasto chiuso. Di lui e di Erica non è arrivata più alcuna notizia da quando sono saliti in Marmolada. I due, trasferitisi a Tezze, erano nati e cresciuti nella città murata del padovano. Avevano due figli, un ragazzo di 15 anni e una ragazza più grande. Gli alpinisti che ieri si trovavano sulla via per salire in vetta alla Marmolada raccontano di un rumore mai sentito e di una fortissima folata di vento. Sulla via per salire, come ha raccontato una escursionista, c’erano tante persone, “forse un centinaio”. Altri hanno descritto la grande voragine azzurra lasciata dal distacco del seracco.
La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa da una velocità di 300 chilometri l’ora. E’ quanto hanno accertato i tecnici del Soccorso Alpino che hanno mappato tutta l’area della montagna in cui si è verificato il crollo del seracco. Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un’altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri. Se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell’equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza. Il materiale che si è staccato è invece esteso su un fronte di due chilometri sulla via normale ad un’altezza di circa 2.800 metri: e questo significa, appunto, che la massa di materiale staccatosi ha percorso almeno 500 metri con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l’ora.