Con quello della 56enne bolognese, uccisa a bastonate dal compagno, salgono a 77 i femminicidi perpetrati quest’anno, di cui 67 avvenuti in ambito familiare o affettivo. Di questi, 40 vittime hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Rispetto allo scorso anno, l’incremento è del 5% circa. È quanto emerge dal confronto con il report settimanale del Viminale (22 agosto), in relazione all’ultimo delitto avvenuto martedì a Bologna.
Pm: “Divieto di avvicinamento? Misura blanda” – “I dati diffusi dal Viminale riportano un aumento dei femminicidi. Non pochi commessi da soggetti gravati dal divieto di avvicinamento alla vittima. Questa blanda misura non funziona da anni. Non serve a frenare chi è accecato da sentimenti di possesso, rancore o rivalsa.
Da sempre penso che la misura minima da applicare dovrebbero essere gli arresti domiciliari con automatica conversione in custodia carceraria al primo accenno di ulteriori attenzioni verso la vittima”. Lo dice Valter Giovannini, magistrato in pensione, ex coordinatore reati a sfondo sessuale della Procura di Bologna.
“So che in molti, quando si parla di carcere, alzano il sopracciglio ritenendolo troppo afflittivo per la persona, dimenticando pero’ che il carcere ha anche una oggettiva funzione preventiva. Comunque, poiché sul piano tecnico è fattibile, perché non applicare a chi riceve un divieto di avvicinamento un piccolo trasmettitore il cui segnale può essere captato da un solo strumento ricevente che verrebbe consegnato alla vittima. In tal modo costei potrebbe mettersi al sicuro quando ricevesse il segnale che la persona da lei denunciata si sta avvicinando”.