Ci sono il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, sospeso dall’incarico perché sottoposto a divieto di dimora dall’8 luglio scorso, e il presidente di Federalberghi di Lecce, Raffaele De Santis, tra le 10 persone arrestate questa mattina da carabinieri e Guardia di Finanza. Pierpaolo Cariddi e suo fratello Luciano, quest’ultimo ex sindaco di Otranto, sono stati portati in carcere, gli altri otto indagati sono stati posti agli arresti domiciliari. Gli arrestati rispondono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al compimento di plurimi delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, di corruzione elettorale, frode in processo penale, depistaggio, turbata libertà degli incanti e truffa ai danni dello Stato e dell’Ue. Complessivamente gli indagati sono 60.
Le indagini che hanno portato agli arresti confermano – secondo gli investigatori – che il modus operandi´ dei pubblici ufficiali indagati era «ispirato, oltre che all’arricchimento personale, ad assicurarsi bacini di consenso elettorale attraverso una gestione personalistica di presidi di potere a livello sia locale sia a regionale». L’indagine di questa mattina ha anche portato al sequestro preventivo di strutture turistico-ricettive, stabilimenti balneari, aziende agrituristiche, diverse unità immobiliari e numerose somme di denaro, per un valore stimato in diversi milioni di euro, «illecitamente autorizzati o realizzati – è detto in una nota – in violazione delle norme in materia edilizia e paesaggistica».
L’inchiesta della magistratura salentina avrebbe fatto emergere «un consolidato sistema associativo di natura corruttiva politico-imprenditoriale, che da tempo avrebbe pervaso una determinata amministrazione comunale, coinvolgendone amministratori e funzionari troppo vicini´ ad alcuni imprenditori con interessi economici in quel centro, coltivati attraverso artefatte aggiudicazioni di appalti e rilasci di concessioni comunali offrendo utilità di diversa natura, finanche ad assicurare un `bacino di voti´ per il sostegno elettorale ricevuto da alcuni degli indagati, nonché vantaggi economico-patrimoniali per i restanti».