Bilal è un ragazzo marocchino di 12 anni, senza fissa dimora, e negli ultimi 8 giorni è stato arrestato cinque volte per rapina. «Non voglio stare chiuso. Mi piace essere libero, girare. Non ho bisogno di niente». A 12 anni Bilal, che ha un curriculum notevole di rapine messe a segno, ha spiegato al Corriere della Sera perché scappa dalle comunità in cui lo portano i carabinieri e la polizia ogni volta che lo prendono.
L’ultima lo hanno portato a Genova e lui, puntualmente, è tornato in treno. È sveglio Bilal, esile ma alto già un metro e 65, con la peluria dei ragazzi più grandi di lui. Il suo racconto ha parti di incredibile e qualche contraddizione. Dice di essere di Fez, dove il papà ha un caffè, e di mandare soldi alla famiglia, che non voleva lasciasse il Marocco. Ma «io desideravo solo l’Europa». Il viaggio che racconta passa dalla Spagna, include un anno in Francia, tappe in Germania, Danimarca e Olanda.
Poi, tre o quattro mesi fa, l’arrivo in Italia a «Roma Termini, Napoli, Torino Porta Susa, Genova. Venezia Santa Lucia, bellissima», perché lui definisce le città con il nome delle stazioni. E anche a Milano bazzica la zona della stazione Centrale dove lo hanno fermato più volte e dove, racconta, compera il Rivotril, uno psicofarmaco, di cui ha anche alcune pillole nello zaino.
Bilal, che ha la scabbia, dice di dormire con amici a Rho, di avere appoggi, mostra 600 euro che ha appena rubato a uno che dormiva sul treno dalla Liguria e spiega che parte li manderà alla sua famiglia. A Milano dice di cercare un amico, Adil, 14 anni. «Lo hanno arrestato più di un mese fa. Aiutatemi a trovarlo, è come mio fratello. Io sono qui a Milano per lui, posso pagargli l’avvocato, posso farmi mandare i soldi dai miei genitori per pagarglielo» dice. Ammette di rubare e lo sa che «mi devono lasciare andare, nessuno mi può arrestare»