Pur nella consapevolezza largamente anticipata delle elezioni perdute, la sinistra continua a leccarsi le ferite e a quanto pare si trastullerà con il cilicio fino a marzo 2023, quando finalmente andrà a congresso.
Nel frattempo, la destra sta occupando militarmente le stanze del potere e si accinge a prendere di petto gli innumerevoli problemi del paese. Fra i tanti, ce n’è uno troppe volte trascurato che appare oggi sulle prime pagine dei giornali in tutta la sua futuribile drammaticità. I ragazzi italiani disertano le università perché le famiglie, in gran parte, non hanno i soldi per iscriverli.
Se consideriamo che l’Italia possiede già il triste primato di paese meno e peggio scolarizzato d’Europa, questa notizia non è meno allarmante del caro bollette e le sue conseguenze nel tempo rischiano di essere veramente catastrofiche.
Nella scorsa campagna elettorale, Enrico Letta fece il suo esordio proponendo un bonus per i giovani che sarebbe servito per l’appunto a far fronte alle spese per i loro studi. Il denaro sarebbe stato ricavato da una piccola tassa di successione da prelevare a coloro che avessero lasciato in eredità ai loro figli almeno 5 milioni di euro, tassa che peraltro esiste già da tempo in vari paesi europei.
Enrico Letta, manco a dirlo, venne linciato dalla destra che gridò alla patrimoniale mascherata ma anche da molti elettori di sinistra che considerarono la sua idea politicamente inopportuna e poco furba.
Ora, che ne è di quella idea? Perché Enrico Letta non la ripropone oggi all’attenzione di Giorgia Meloni? Se la premier è intelligente e ha così a cuore i giovani come lascia intendere, potrebbe e dovrebbe prenderla in considerazione, no?
Non è forse sulle proposte concrete che ci si dovrà misurare per risollevare il paese quando sarà finito un vetusto scontro ideologico di cui tutti ormai hanno piene le tasche?