Geo Barents nel porto di Catania: il Viminale ne fa sbarcare 357 e 217 restano a bordo
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Geo Barents nel porto di Catania: il Viminale ne fa sbarcare 357 e 217 restano a bordo

La Ong Geo Barents anticipa che secondo le leggi internazionali tutti i naufraghi devono sbarcare e accusa il goveerno Meloni per l'ostruzionismo

Geo Barents nel porto di Catania: il Viminale ne fa sbarcare 357 e 217 restano a bordo
La nave Geo Barents
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6 Novembre 2022 - 21.27


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Si sono concluse al porto di Catania le operazioni di sbarco dei naufraghi a bordo della nave Geo Barents. Sono state fatte sbarcare 357 persone, restano a bordo 217. Su disposizione del Viminale è stato concesso solamente lo sbarco dei soggetti fragili.

Una giornata piena di tensione

Le traversie sono finite? No, sono appena iniziate: Dopo 11 giorni dal primo salvataggio effettuato dalla Geo Barents, e 8 richieste per l’assegnazione di un luogo sicuro presentate all’Italia, intorno alle 15.20 di oggi pomeriggio l’ingresso nel porto di Catania.

Le autorità italiane avevano comunicato questa mattina al team di Medici senza frontiere l’assegnazione per le «operazioni di soccorso e di assistenza alle persone che versano in condizioni di emergenza e precarie condizioni di salute», ma non è stato invece assegnato come luogo sicuro dove far sbarcare tutti i sopravvissuti.

Msf ribadisce che un’operazione di soccorso «si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo».

 Secondo il diritto internazionale, spiega Msf, «una nave non è responsabile dell’accoglienza a bordo dei sopravvissuti laddove siano possibili soluzioni alternative. Inoltre, il governo responsabile dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul trattamento delle persone soccorse in mare».

«Dopo aver rischiato la vita in mare per fuggire dalla Libia – dice Juan Matias Gil, capo missione di Medici senza frontiere – 572 persone sono rimaste ostaggio di scelte politiche disumane per più di 10 giorni a bordo di una nave, invece di vedersi riconosciuto il diritto a sbarcare in un porto sicuro. Dopo tutto ciò, queste persone devono oggi anche assistere al cinico spettacolo della politica che gioca con le loro vite. Tutti coloro a bordo della Geo Barents devono poter sbarcare immediatamente, per ricevere assistenza e veder riconosciuto il loro diritto a chiedere protezione». 

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