Rigopiano, dopo la tragedia che ha coinvolto il resort il 18 gennaio del 2017, è arrivata il report dei periti nominati dal Tribunale di Pescara: la valanga che ha travolto la struttura ha una incidenza che, in un arco di tempo che va dai 30 a i 300 anni, si avvicina di più ai 30 anni, cioè può accadere di nuovo in un tempo più breve. Ciò alla luce degli studi compiuti sul luogo, che hanno evidenziato come la valanga del 18 gennaio 2017, che ha oltrepassato a valle il resort di 400 metri, possa ripetersi quindi con più frequenza.
Un evento atteso, insomma: altre valanghe avrebbero potuto raggiungere l’albergo, ma qui si è trattato di un evento eccezionale tutt’altro che infrequente; è la conclusione del perito Claudio Di Persio, ossia che l’area del resort era a tutti gli effetti una zona rossa se non blu, grado di pericolosità superiore.
Le valanghe hanno quindi un percorso ciclico. Quanto al peso delle scosse di terremoto, i periti hanno confermato quanto scritto nella perizia e cioè che un sisma a 100 km può avere degli effetti, così come su quella massa nevosa altri 10 cm di neve avrebbero potuto provocare il distacco. Al momento delle scosse del 18 gennaio l’epicentro era a 50 km mentre quei 10 cm di neve in più si sono accumulati nelle ore successive e non in concomitanza con le scosse. Da ciò quindi la cautela dei periti nel collegare i due eventi, senza però poterli escludere del tutto.
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