Una personalità sopra le righe se non violenza e una persona che incuteva il timore della gente: una serie di denunce perché non pagava le quote del Consorzio Valle Verde a Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti, ma anche il furto della pistola usata nella strage a Fidene-Colle Salario domenica mattina, una Glock calibro nove, rubata in un poligono fuori Roma dopo averla noleggiata. Sono le chiavi per capire cosa ha spinto Claudio Campiti, 57 anni, a sparare ai suoi vicini di casa e ai vertici del Consorzio.
Un personaggio del quale i vicini avevano paura tanto che l’estate scorsa lo avevano segnalato ancora alle forze dell’ordine del posto perché aveva minacciato alcuni ragazzini che giocavano nello spiazzo davanti alla sua abitazione. Ancora un mezzo cantiere – la descrive chi ci vive accanto – ancora senza servizi igienici, dove l’uomo aveva fissa la sua residenza forse dopo un grave lutto, la perdita di un figlio minorenne in un incidente sulla neve al Nord Italia. Forse da quel momento il 57enne ha perso la testa.
Sempre i vicini di casa, quasi tutti romani, che d’estate si trasferiscono nel complesso residenziale sul lago del Turano, raccontano di un uomo che a volte girava a torso nudo per le stradine del centro e che comunque aveva un comportamento che veniva considerato inquietante da chi lo incontrava.
A questo si aggiunge il blog aperto circa due anni fa dallo stesso Campiti nel quale definisce i vertici del consorzio un’associazione mafiosa e il luogo che alcuni romani hanno scelto per le loro vacanze un paradiso penale con la protezione dei comuni che si trovano nelle vicinanze di Valle Verde.
Un documento che alla luce di quanto accaduto domenica mattina assume un valore particolare e potrebbe essere acquisito dagli investigatori per capire cosa abbia spinto il cinquantasettenne ad aprire il fuoco contro persone che conosceva da almeno 20 anni e con le quali ci sarebbero state denunce reciproche non soltanto per il pagamento mancato di alcune quote della gestione condominiale del complesso ma anche per altri motivi, forse personali.