Strage di Fidene, Campiti pianificava da tempo gli omicidi: i fatti emersi dall'interrogatorio
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Strage di Fidene, Campiti pianificava da tempo gli omicidi: i fatti emersi dall'interrogatorio

"La spinta criminale del Campiti ha trovato impulso in un rancore e risentimento covati negli anni in ragione di un contenzioso con il consorzio, circostanza peraltro pienamente ammessa dall'indagato in sede di interrogatorio".

Strage di Fidene, Campiti pianificava da tempo gli omicidi: i fatti emersi dall'interrogatorio
La strage di Fidene
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15 Dicembre 2022 - 12.23


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Strage di Fidene, nell’interrogatorio di Claudio Campiti è emersa una lunga pianificazione degli omicidi Il gip di Roma, al termine dell’interrogatorio, ha convalidato il fermo per l’uomo che ha ucciso quattro donne a Fidene. 

Nei confronti del 57enne, accusato anche del ferimento di altre due persone, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. “Deve ritenersi che il gravissimo episodio dell’11 dicembre ha rappresentato il deliberato di una lunga pianificazione che aveva come presupposto un radicamento costante e persistente – si legge nell’ordinanza del gip -, per un apprezzabile lasso di tempo, del proposito omicida nella psiche del Campiti”.

L’interrogatorio di convalida del fermo di Claudio Campiti è durato circa un’ora. Al termine dell’udienza il difensore dell’uomo, l’avvocato Alessandro Poli, lasciando il carcere di Regina Coeli si è limitato a dire ai cronisti che la “situazione è grave”. Nel corso dell’interrogatorio Campiti ha ammesso che il “movente” della strage è legato a un “rancore e risentimento” covati per anni verso il Consorzio Valleverde.

E in riferimento ai futili motivi, il gip scrive che “la spinta criminale del Campiti ha trovato impulso in un rancore e risentimento covati negli anni in ragione di un contenzioso con il consorzio, circostanza peraltro pienamente ammessa dall’indagato in sede di interrogatorio”.

Sul posto della strage poi sono “stati rinvenuti tre zaini contenenti effetti personali dell’indagato Claudio Campiti che, come ammesso in sede di interrogatorio, sono stati dallo stesso portati via perché era certo che non sarebbe tornato a casa”. 

Per il giudice comunque la circostanza “aggravante della premeditazione appare incontestabile”, alla luce del fatto che l’uomo “da tempo non partecipava più alle riunioni del Consorzio e quindi la sua presenza il giorno del fatto non può che essere letta nel senso che si sia portato sul posto al solo scopo di portare a compimento il proprio piano, tanto che, appena entrato nel dehor, si è diretto a destra al tavolo dove sedevano i componenti del consiglio di amministrazione”.

Inoltre “proprio quella mattina, prima di recarsi all’assemblea, il Campiti si è portato al poligono per munirsi dell’arma per compiere il delitto, acquistando anche 100 proiettili”. Nel portafogli dell’indagato “era presente un foglio di carta manoscritto recante la scritta ’11/12/2022 ore 9 spazio coperto antistante il bar “Il posto giusto” Roma via Monte Giberto 19 incrocio via Serrapetrona’, all’evidente scopo di avere necessario riferimento spazio/temporali per eseguire l’azione criminosa”. 

Nell’ordinanza si legge inoltre ch Campiti “ha ammesso le proprie responsabilitàspiegando di essere esasperato dalle condotte ‘mafiose’ tenute da anni in suo danno dagli organi deliberanti del Consorzio, come descritto nel blog”.

Campiti dunque resta in carcere. Per il giudice “deve, quindi, essere condivisa la richiesta avanzata” dal pm Giovanni Musarò, coordinato nelle indagini dall’aggiunto Michele Prestipino, “essendo la misura indicata unica adeguata a salvaguardare le esigenze cautelari e proporzionata all’estrema gravità dei fatti”. In tema dell’aggravante dei futili motivi per il magistrato è “incontestabile la sussistenza” per come” interpretata dalla costante giurisprudenza di legittimità”.

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