Il governo Meloni non indietreggia di un centimetro rispetto alla dura presa di posizione contro le navi Ong, gli ultimi sbarchi nei porti di Ravenna e Ancona (non certo i più vicini e sicuri) sono lì a dimostrarlo. In un’intervista a La Stampa, il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino si è sfogato per una situazione ormai insostenibile.
«Il provvedimento sulle Ong non è ancora chiuso, spero che il governo nelle prossime settimane prenda in considerazione anche noi. Nei primi di gennaio abbiamo registrato quasi 3 mila presenze. Se continuiamo così a fine anno arriveremo a 180 mila. Vorrebbe dire raddoppiare le presenze dello scorso anno. Sono cifre che non possiamo sostenere da nessun punto di vista, né gestionale né economico. Ora, per esempio, dobbiamo anticipare la fattura dei rifiuti. Potrò far fronte per due-tre mesi con i soldi del capitolo spazzatura in bilancio, ma da marzo dovrò spostare risorse da altre voci e non potrò fare nulla per i cittadini».
I rimborsi? «Forse, a fine anno. Nel frattempo, però, non ho le risorse necessarie per occuparmi dei bisogni di chi abita sull’isola. Noi siamo gente di mare, siamo aperti all’accoglienza sappiamo che va soccorso chiunque si trovi in mare ma qui non abbiamo le risorse per occuparci di un fenomeno di questa portata. Il Comune ha 15 dipendenti e metà di questi sono quotidianamente impegnati a risolvere questioni e problemi dell’hotspot. Ci mettiamo tutta la buona volontà, ma non si può pensare che questa sia la nostra unica attività. Bisogna però anche ammettere che è già un aiuto decidere di non assegnare alle Ong Lampedusa come porto sicuro. Ci mancherebbe soltanto che sbarcassero qui anche i migranti messi in salvo dalle navi».
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