Forse bisognerebbe approfittare di questa grande perturbazione che si è abbattuta su tutta l’Italia, abbassando di non poco le temperature e portando finalmente la neve anche sugli Appennini e in qualche caso addirittura in pianura.
Di sicuro però non è colpa della meteorologia se ventate confuse e di direzione incerta e contradittoria soffiano specie nelle aule parlamentari, su non pochi giornali e nella stessa televisione del servizio pubblico radiotelevisivo. Il tentativo o il rischio è quello di voler attribuire ad una parte il risultato positivo della cattura del super boss Messina Denaro.
Naturalmente era inevitabile che presidente del Consiglio, Ministri competenti per ruolo e funzioni si precipitassero in Sicilia per doverosamente complimentarsi e ringraziare magistrati e carabinieri del Ros artefici della bella impresa.
Anche perché ci sono voluti trent’anni per catturare l’erede di Riina, praticamente nel suo territorio, senza che nessuno dei compaesani l’avesse mai riconosciuto mentre poteva avvalersi di un prestanome, del medico curante, di un’autista e della clinica palermitana presso la quale si recava periodicamente per curare il suo grave male. Rimane lo sforzo compiuto da più parti di instillare nell’opinione pubblica il merito e la bravura dell’importante operazione avvenuta con il governo di centro-destra. Quasi che fosse possibile qualificare di destra o di sinistra un dovere che spetta allo Stato in quanto tale compiere a favore dei suoi cittadini e a tutela del bene generale per la collettività.
Il problema vero invece dovrebbe essere, anche questo di interesse comune e generale, senza specificazioni partitico-politico di alcun genere: conoscere cioè perché sono stati necessari trent’anni per catturare il pericoloso criminale; se e quali sostegni lo hanno protetto e aiutato; quali collegamenti ha avuto – ed eventualmente mantiene – oppure se non sia invece stato scaricato dai suoi stessi compari picciotti.
Ovviamente su questi aspetti dovrebbe concentrarsi al meglio la funzione dei media e del parlamento per garantire la loro responsabilità nella formazione di una consapevole opinione pubblica e di uno sviluppo autentico della vita democratica.
