Papa Francesco sull' omosessualità come peccato: "Mi riferivo alla dottrina cattolica"
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Papa Francesco sull' omosessualità come peccato: "Mi riferivo alla dottrina cattolica"

Il Papa chiarisce ulteriormente la sua posizione in merito agli omosessuali, rimarcando la sua posizione già espressa in passato.

Papa Francesco sull' omosessualità come peccato: "Mi riferivo alla dottrina cattolica"
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28 Gennaio 2023 - 12.53


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Papa Francesco rispende alla lettera di padre James Martin, il gesuita statunitense che svolge il suo apostolato tra le persone Lgbt, col fine di chiarire le sue dichiarazioni rilasciate all’Associated Press. Queste le sue parole, pubblicate da padre Martin sul suo sito web outreach.faith: «Mi sono riferito semplicemente all’insegnamento della morale cattolica, che dice che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è peccato».

Già dal contesto dell’intervista con la AP, scrive Vatican News riferendo della missiva, «risultava evidente che il Papa aveva parlato di omosessualità intendendo in quel caso gli `atti omosessuali´ e non la condizione omosessuale in sé». Con questa risposta, «Francesco ribadisce che la sua posizione, già ripetuta fin dal primo colloquio con i giornalisti nel volo di ritorno dal Brasile nel 2013 («Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?») è quella del Catechismo della Chiesa cattolica».

Rispondendo a padre Martin, il Papa sottolinea inoltre, riguardo al peccato, che «bisogna considerare anche le circostanze, che diminuiscono o annullano la colpa», perché «sappiamo bene che la morale cattolica, oltre alla materia, valuta la libertà, l’intenzione; e questo, per ogni tipo di peccato». Quindi, nella lettera ribadisce quanto detto alla AP: «A chi vuole criminalizzare l’omosessualità vorrei dire che si sbaglia».

Nell’intervista aveva sottolineato che «essere omosessuali non è un crimine», mentre ci sono oltre 50 Paesi che contemplano condanne legali per le persone omosessuali e alcuni di questi Paesi hanno addirittura la pena di morte. La lettera si conclude con il Papa che prega per il lavoro di padre Martin e per la comunità Lgbt da lui seguita e aggiunge: «Vi prego di fare lo stesso per me».

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