Purtroppo l’antisemitismo – come il razzismo – c’è. Purtroppo i simpatizzanti e nostalgici del nazismo e del fascismo ci sono. E anche se qualcuno minimizza le storie e gli episodi sono tanti.
Un ragazzino 11enne della scuola ebraica di Torino “partecipando a una festa di bambini con la kippah in testa si è sentito dire dai suoi coetanei ‘peccato che non siamo in anni precedenti o ti avremmo potuto bruciare’ e tutti gli altri si sono messi a ridere. Mi chiedo dove sentano certe cose e il ruolo delle famiglie”. È accaduto la scorsa settimana.
Lo ha rivelato il presidente della comunità ebraica torinese Dario Disegni, sentito in audizione alla commissione Segre del Comune. “Le due armi fondamentali per vincere l’antisemitismo e l’odio sono educazione e cultura”, ha detto Disegni, ribadendo l’allarme per la “demonizzazione dello Stato di Israele, e non intendo la libera dialettica su scelte politiche che è oggetto di discussione anche fra i cittadini israeliani. È una cosa che ci preoccupa. Se si fanno eventi in cui si accusa Israele di essere uno Stato razzista e che pratica l’apartheid si fanno accuse infamanti, storicamente false e che finiscono per spostare l’odio verso Israele nei confronti delle comunità ebraiche. Sono atteggiamenti che ci preoccupano”. Il riferimento è al convegno, ospitato nelle scorse settimane, a Palazzo Civico e al centro di polemiche politiche.