Non c’è niente da fare. Il ministro Piantedosi non conosce vergogna.
E’ più forte di lui. Non ce la fa proprio a sedare il suo odio verso le Ong. Non c’è strage che tenga. “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto così ai giornalisti che chiedevano un commento sul naufragio di Steccato di Cutro (Crotone) di cui sono state vittime, per ora, almeno 64 persone.. Sul contrasto agli scafisti il responsabile del Viminale ha replicato: “Ci stiamo lavorando. È un problema internazionale”. E l’Europa? “Sto andando in Francia per questo” ha detto Piantendosi che parteciperà a un bilaterale in Francia. Le parole del ministro hanno innescato la reazione di partiti e delle Ong.
Le opposizioni per una volta unite
“Il governo Meloni continua ad affrontare il tema della gestione dei flussi migratori a colpi di slogan e senza attuare politiche incisive che permettano all’Italia di condividere il fenomeno a livello europeo. Le farneticanti proposte di blocco navalee le menzogne sull’aver inserito per la prima volta la gestione dei migranti come tema comune all’interno di un Consiglio europeo (cosa già avvenuta grazie al Presidente Conte) non producono alcun risultato tangibile, ma solo imbarazzo – dice Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera – A preoccupare sono anche le parole inaccettabili del ministro Piantedosi, che parla di “irresponsabilità” da parte di coloro che rischiano traversate estremamente pericolose perché si aggrappano alla speranza di sfuggire da situazioni gravissime. Tutto questo vuol dire non avere minima contezza del fenomeno migratorio. Fino ad ora questo governo non è riuscito a sganciarsi dalla propaganda fine a sé stessa e sta continuando ad affrontare il tema con le urla e le prove muscolari. È ora che Giorgia Meloni e il suo esecutivo realizzino che la responsabilità di governo è ben altro che questo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario e deputato di Più Europa, Riccardo Magi: “C’è da inorridire alle parole del ministro Piantedosi che non sa dire altro, di fronte a una tragedia come quella di Crotone, che bisogna bloccare gli sbarchi. Si trattava di persone che, vista la loro provenienza, quasi sicuramente avrebbero avuto diritto a protezione internazionale. Servono canali sicuri di ingresso nel nostro Paese per i rifugiati e anche per chi cerca lavoro”.
“Parole indegne dette con una prosopopea insopportabile” scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda. “Mentre ancora si recuperano i corpi in mare dei migranti, il ministro Piantedosi fa considerazioni gravi e fuori luogo – afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato – affermare che la disperazione non giustifica i viaggi a rischio significa non aver capito nulla del fenomeno migratorio. Quando non si ha nulla da perdere si tenta il tutto e per tutto, anche a rischio della propria vita o di quella dei propri figli. Il governo deve fare un’unica cosa: cancellare il decreto Ong, che impedisci i salvataggi, in violazione del dettato costituzionale e delle norme di diritto internazionale e farsi promotore di una missione europea di soccorso, come Mare Nostrum”.
“È evidente la difficoltà in queste ore del governo: la propaganda quando si scontra con la realtà fa una misera fine. E quello che è accaduto sulla spiaggia di Cutro manda in frantumi qualunque posizione ideologica sulle migrazioni – afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra – Tuttavia il nervosismo dei rappresentanti del governo non può travalicare il confine della decenza: sentire il ministro dell’interno parlare di ‘vocazione alle partenze’, ‘la disperazione non giustifica i viaggi a rischio’, quando poi sono parole relative a naufraghi provenienti da Afghanistan, Siria o Iraq, è offensivo nei confronti delle vittime. È arrivato il momento che la smettano con la retorica, quando fanno la guerra a chi salva vite o quando fanno di tutto perchè non ci siano canali regolari di ingresso e corridoi umanitari, e poi vorremo sapere quante reti criminali che organizzano questo commercio sono state colpite in Libia o in Turchia, quando invece sovvenzionano gli schiavisti e chi organizza i lager sulla terraferma. Ecco, il governo dia piuttosto risposte – conclude Fratoianni – a queste domande”.
“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”. Nelle parole di Piantedosi tutta la linea del governo Meloni che arriva persino a valutare il livello di disperazione delle persone. Io sono senza parole” scrive su Twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi.
Polemica anche da parte delle Ong. “Il ministro Piantedosi dice che non bisogna fare partire i migranti? Beh, a queste persone dovrebbe essere garantito di non mettere a rischio la propria vita e la vita dei propri figli. Il discorso è che a monte bisognerebbe creare dei canali di flusso chiediamo la possibilità alle persone di potersi spostare in Europa in maniera sicura” ha detto Sergio Di Dato, responsabile dell’intervento di Msf. Parlando poi delle parole del ministro dell’Interno, secondo cui sarebbe da “irresponsabili” partire, l’esponente di Msf dice: “A mio avviso potrebbe essere da irresponsabile lasciare un proprio figlio in una casa quando c’è un terremoto. Io sono padre di due bambine e se c’è un terremoto e la casa sta crollando, io abbandono la casa”.
“Piantedosi non ha rispetto nemmeno per i morti, è persona inqualificabile e queste dichiarazioni gettano discredito sul nostro Paese. Con il mare che continua a restituire cadaveri di bambini, il ministro che ha un bell’ufficio a Roma, una bella casa, auto blu a disposizione per andare dove vuole, si permette di giudicare madri disperate costrette in Afghanistan e poi stuprate dalle guardie dei campi di concentramento in Libia o Turchia – dice all’Adnkronos Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans – Perché Piantedosi non prova ad andare in Afghanistan a vivere sotto i talebani? Prima di parlare, perché non fa l’esperienza di passare qualche tempo dentro un lager libico? Ma la vergogna rispetto a una strage che era evitabile, non lo sfiora nemmeno?”.
Così don Marco Pagniello, direttore della Caritas, in un servizio dell’agenzia Dire rilanciato da Vita: : «Si ha oggi notizia di un tragico naufragio nei pressi di Cutro, nel Crotonese. Decine di persone sono morte nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Cadaveri sono stati ritrovati sulla spiaggia, altre persone sono e rimarranno disperse in mare. Di fronte a simili tragedie, la Caritas Italiana richiama tutti alla propria responsabilità per trovare soluzioni adeguate di fronte al fenomeno globale delle migrazioni, che guardino al bene comune e non a interessi di parte. È purtroppo solo l’ultimo di tanti episodi che ci devono interrogare. Questo naufragio avviene all’indomani della conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare. Caritas Italiana ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa con le Istituzioni e i diversi Paesi, affinché l’Italia e l’Europa siano all’altezza delle loro tradizioni, delle loro radici e del loro umanesimo. La questione delle migrazioni, della fuga dalla miseria e delle guerre, non può essere gestita come fosse ancora un’emergenza. Penalizzare, anziché incoraggiare, quanti operano sul campo non fa che aumentare uno squilibrio di umanità. La vita è sacra e va salvaguardata, sempre: salvare le vite resta un principio inviolabile. Come già il Consiglio Permanente della Cei ebbe a ricordare alla vigilia delle elezioni, è tempo di scelte coraggiose e organiche, non di opportunismi, ma di visioni. È tempo che i diversi attori si confrontino per trovare una soluzione corale e costruttiva, per il bene di tutti. Da parte sua, la Chiesa continua ad assicurare l’impegno e la disponibilità nell’operosità concreta e nel dialogo. La bussola, per i cristiani e non solo, restano i quattro verbi indicati da papa Francesco in relazione alla questione delle migrazioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. L’accoglienza delle persone che arrivano e arriveranno sul nostro territorio è per noi un fatto importante, che ci impegna, al di là della discussione sull’opera delle Ong e del loro ruolo nel mare Mediterraneo. Caritas Italiana, per conto della Chiesa che è in Italia e in collaborazione con altre organizzazioni e il Governo, col progetto dei Corridoi umanitari pone un “segno”: si possono, dunque si devono, organizzare vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi per mare e che diano prospettive reali alle persone migranti. Un pensiero e una preghiera per chi, nelle ore passate ha perso la vita nel mare e a quanti, sopravvissuti, vivranno sempre segnati da un dolore che potrà essere lenito solo dalla nostra vicinanza umana».
«Non possiamo assistere silenti alla morte di decine di persone a causa di un naufragio a poche miglia dalle coste italiane nel tentativo disperato di raggiungere l’Europa per cercare un futuro possibile, spezzato dal drammatico naufragio, che conferma come il Mediterraneo centrale sia tra le rotte migratorie che causano il numero più elevato di vittime, tra cui donne e minori. Non possiamo non chiederci, con indignazione, quando queste morti smetteranno di essere numeri e ci sarà un reale impegno per evitarle. È più che mai urgente un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee che disponga un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e che si ponga l’obiettivo di garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa», ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice programmi Italia Europa di Save the Children. Save the Children sottolinea l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti che attraversano la frontiera sud dell’Europa in cerca di salvezza, e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, mamme e bambini. «Da anni si dice che tragedie come questa non debbano più succedere, ma quanto accaduto oggi dimostra ancora una volta che le attuali politiche non sono in grado di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato, garantendo salvataggio, assistenza e protezione adeguate. Quanti altre vite dovranno essere spezzate prima di una reale assunzione di responsabilità?», conclude Raffaela Milano. Questa infine la nota diramata dalle Acli: «Mentre si continua a discutere di chi deve farsi carico del salvataggio in mare della vita di migliaia di bambini, donne e uomini che scappano dalle peggiori tragedie umanitarie del secolo, sulle spiagge italiane, a pochi chilometri da Crotone, un barcone con 250 persone a bordo non è riuscito a raggiungere la costa. Mentre i governi europei discutono delle responsabilità del soccorso e dell’accoglienza di chi fugge da guerre, persecuzioni e calamità naturali, intanto che decidono come esternalizzare le frontiere e costruire nuovi muri, la contabilità di morte continua a scandire le sue vittime. Per favorire il soccorso in mare, le Acli chiedono al governo italiano di ritirare il “decreto Ong” e, al tempo stesso, chiedono all’Ue un vertice permanente che, nel rispetto del diritto internazionale, doti l’Unione di una strategia di accoglienza su tutte le rotte di accesso all’Europa. Accogliere è un dovere e un obbligo, non una opzione tra le altre. Basta morti nel Mediterraneo».
Ogni persona che cerca una vita migliore merita sicurezza e dignità”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guteress. “Abbiamo bisogno di percorsi sicuri e legali per migranti e rifugiati”. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unchr) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), in una dichiarazione congiunta, hanno espresso cordoglio per le vittime e hanno invitato i paesi ad aumentare le risorse e le capacità per far fronte efficacemente alle proprie responsabilità.
Oltre 60 corpi senza vita sono stati già recuperati, ma le squadre di ricerca e soccorso in corso temono che il bilancio delle vittime possa essere peggiore.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha affermato che “è inaccettabile assistere a tali orrori, con famiglie e bambini affidati a barche insicure”, ha affermato Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Questa tragedia deve spingerci ad agire e ad agire ora”.
La barca aveva lasciato la Turchia, con molti passeggeri provenienti dall’Afghanistan e dal Pakistan. Nel 2022, le persone provenienti dalla Turchia hanno rappresentato circa il 15% degli arrivi totali via mare in Italia, ha affermato l’Unhcr, osservando che quasi la metà delle persone arrivate lungo questa rotta erano persone in fuga dall’Afghanistan. Le agenzie hanno affermato che i meccanismi dell’Unione europea per le operazioni di salvataggio sono “urgentemente necessari”. Per evitare tragedie come questa, ha affermato Cardoletti, è “più che mai necessario rafforzare la capacità di soccorso, che è ancora insufficiente”.
Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di coordinamento Oim per il Mediterraneo, ha affermato che questo naufragio dimostra come il fenomeno della migrazione via mare debba essere affrontato da tutte le nazioni europee. L’Oim Missing Migrants Project riferisce che almeno 220 persone, comprese quelle che sono morte domenica, sono morte o sono scomparse lungo la rotta mediterranea centrale nel 2023.
Solo chiacchiere
Sul tavolo non vi è “nessuna proposta di una missione navale europea” per il salvataggio dei migranti. Lo ha chiarito un portavoce della Commissione Europea nel corso del briefing quotidiano. “Ciò che è accaduto sulle coste italiane è un’altra tragedia e i nostri pensieri vanno ai famigliari dei migranti che hanno perso la vita: siamo in contatto con autorità italiane e l’agenzia Frontex ha dato sostegno e assistenza. La migrazione è una sfida comune e dobbiamo affrontarla insieme ed è quello che stiamo facendo, da una parte c’è il lavoro sul patto e poi misure concrete operazionali”, ha aggiunto.