Nordio: "Non vogliamo abolire il reato di tortura" (ma renderlo inapplicabile)
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Nordio: "Non vogliamo abolire il reato di tortura" (ma renderlo inapplicabile)

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto che il governo non intende abrogare il reato di tortura ma vuole rimodularlo. Ossia renderlo in applicabile alzando la soglia rispetto a quando scatta la tortura

Nordio: "Non vogliamo abolire il reato di tortura" (ma renderlo inapplicabile)
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29 Marzo 2023 - 19.26


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Rassicurazione che non rassicurano: il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha assicurato che il reato di tortura non sarà abrogato ma rimodulato, Ma tutti sappiamo che a seconda di come viene formulato un reato può essere in vigore sulla carta ma nella sostanza scompare. Ed è questa la strada che sembra intenzionata a percorrere il governo di estrema destra.

“E’ un reato odioso – ha detto infatti il Guardasigilli – e abbiamo tutte le intenzioni di mantenerlo”. Rispondendo a un’interrogazione al question time ha quindi spiegato che “il reato di tortura, così come è strutturato, ha delle carenze tecniche” e sono solo queste che andranno rimodulate ci possono essere reati che – a seconda di come vengono formulati – diventa impossibile perseguirli. Quindi non ci prendiamo in giro.

“A gennaio dissi che vi erano delle carenze tecniche e che mi sarei riservato di chiarirle. Il primo riguarda l’atteggiamento soggettivo del reato, in quanto la convenzione di New York circoscrive le condotte costituenti tortura a quelle caratterizzate da dolo specifico attuate per raggiungere le finalità di ottenere informazioni o confessioni, punire intimidire o discriminare.

Il nostro legislatore invece optando per una figura criminosa contrassegnata dal dolo generico ha eliminato quello che è il tratto distintivo della tortura rispetto agli altri maltrattamenti, con il rischio di vedere applicata la disposizioni nei casi di sofferenze provocate durante operazioni lecite di ordine pubblico e polizia”, ha spiegato Nordio.

Il ministro ha poi sottolineato come un “ulteriore rilievo critico è rappresentato dalla inopportuna fusione in un unica fattispecie del reato delle figure criminose di tortura e di trattamenti inumani e degradanti. Ricondurre due illeciti aventi una offensività diversa allo stesso trattamento sanzionatorio appare una scelta non ragionevole e non imposta dai vincoli internazionali”, ha concluso.

Traduzione: i detenuti che sono stati fatti uscire dalle celle e poi picchiati selvaggiamente e umiliari, non avrebbero subito torture. Quindi il resto resta ma sarà svuotato. Quindi inapplicabile.

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