Sul caso dell’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne uccisa ad Arce nel giugno del 2001, la procura di Cassino ha impugnato l’assoluzione nel processo di primo grado per Marco Mottola, il padre ex comandante dei Carabinieri e la madre, con delle motivazioni nette e inequivocabili.
«Nessuno ha riferito i fatti come realmente accaduti; l’unica persona che avrebbe potuto raccontare l’accaduto sarebbe stata proprio la povera Serena Mollicone. Probabilmente è per questo che chi ha ucciso Serena Mollicone l’ha simbolicamente messa a tacere (le ha `chiuso la bocca´), sebbene non le abbia del tutto impedito di `parlare´ attraverso le tracce che il trascorrere inesorabile del tempo e le numerose `vicissitudini´ susseguitesi non hanno ciononostante cancellato».
«Si può ritenere – è la conclusione dei pm che chiedono la riforma totale della sentenza – che la condotta dei Mottola (tutti concorrenti sul piano materiale e morale) è stata, dunque, non solo assolutamente anti-doverosa ma anche caratterizzata da pervicacia e spietatezza, specie nel nascondere quanto realmente accaduto».