L'ex medico della Virtus Bologna accusato dell'omicidio della moglie e della suocera con un mix di farmaci
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L'ex medico della Virtus Bologna accusato dell'omicidio della moglie e della suocera con un mix di farmaci

Amato, specializzato in oftalmologia e in medicina dello sport, già medico sociale della Virtus Pallacanestro, avrebbe ucciso la moglie somministrandole un mix di farmaci.

L'ex medico della Virtus Bologna accusato dell'omicidio della moglie e della suocera con un mix di farmaci
Giampaolo Amato e Isabella Linsalata
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12 Aprile 2023 - 14.02


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Giampaolo Amato è un medico di 64 anni di Bologna, con un trascorso nella Virtus di pallacanestro ed è stato accusato di aver avvelenato la moglie. Quella di Isabella Linsalata, 62 anni, sembrava una morte naturale ma a un anno e mezzo di distanza per gli investigatori si è rivelato un omicidio. La donna, specialista in ginecologia e ostetricia era stata trovata senza vita nel suo appartamento di Bologna il 31 ottobre del 2021. 

Il medico bolognese risulta indagato anche per la morte della suocera, Giulia Tateo, morta 22 giorni prima della figlia. Emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Claudio Paris, dove si sottolinea però che gli esiti medico-legali su questo secondo caso di possibile omicidio con somministrazione di farmaci sono da intendersi «come preliminari e necessitanti di indagini di conferma».

Le analisi sono «risultate positive a Midazolam ed al suo metabolita», ed è emerso anche il sospetto della presenza di sevoflurano nel prelievo di polmone.

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Secondo la Procura, Amato avrebbe ucciso la moglie somministrandole di nascosto benzodiazepine e un anestetico ospedaliero. Accuse respinte al mittente dall’uomo, che si dichiara innocente. Gli investigatori hanno eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere sabato scorso: un provvedimento richiesto dalla Procura, con il pm Domenico Ambrosino, ed emesso dal gip.

Amato, specializzato in oftalmologia e in medicina dello sport, con un dottorato in scienze neurologiche, già medico sociale della Virtus Pallacanestro (dal 2013 al 2020) e dipendente dell’Ausl di Bologna, anche se dal primo aprile risulta fuori turno all’ospedale Maggiore, si trova ora nel carcere della Dozza. Fu proprio lui il 31 ottobre 2021 a chiamare il 118 dicendo di avere trovato la donna priva di sensi nel letto del loro appartamento in via Bianconi.

Gli operatori sanitari constatarono il decesso, attribuendolo a cause naturali. I successivi accertamenti tossicologici e le indagini coordinate dalla Procura hanno invece portato a ipotizzare che la morte sarebbe stata provocata, secondo l’accusa, dalla somministrazione dolosa da parte del marito di due farmaci: una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero, entrambe sostanze facilmente reperibili per un medico. Durante le stesse indagini sarebbe emerso che già alcuni anni prima la donna potrebbe essere stata oggetto di altre somministrazioni di benzodiazepina a sua insaputa, che si suppongono riconducibili al marito e mai denunciate, e che le avevano causato episodi di malessere e di narcolessia.

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L’uomo avrebbe preso i farmaci nella struttura dove lavorava, da qui l’accusa di peculato. Il medico 64enne durante le indagini, parlando con gli inquirenti, si è sempre dichiarato innocente, ma nell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali, Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, hanno già fatto ricorso al Tribunale del Riesame, impugnando l’ordinanza di custodia, e sono in attesa della fissazione dell’udienza.

ìIl movente dell’omicidio, per il Gip, è “di tipo innanzitutto sentimentale, senza tuttavia potersi neppure escludere l’incidenza di spinte di tipo economico”. Il giudice, ricostruendo la relazione extraconiugale dell’indagato con una giovane, ha concluso che è “senz’altro questo inconfessabile desiderio”, lasciare la moglie per un’altra, “che lo ha spinto a cagionarne volontariamente la morte”.

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