A Pomigliano d’Arco due sedicenni hanno ucciso il ghanese Friederick Akwasi Adofo, il senza fissa dimora percosso a morte qualche giorno fa. I due sono accusati dalla procura dei minorenni di Napoli, che ha emesso il fermo, del reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Ad incastrare i giovani, un video che riprende la violenza e il monitoraggio dei loro social network.
È stata una “violenta aggressione, improvvisa e immotivata, da parte dei due minori nei confronti della vittima, che si trovava da sola sulla pubblica via”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dai carabinieri su delega di Maria de Luzenberger Milnernsheim, procuratrice della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Napoli, titolare dell’inchiesta.
Le indagini dei Carabinieri “si sono incentrate sull’acquisizione e successiva minuziosa analisi delle telecamere presenti nella zona in cui la vittima è stata soccorsa” nella notte tra domenica e lunedì, per poi morire alcune ore dopo in ospedale “per un grave trauma cranico ed emorragia cerebrale”.
L’aggressione, si legge nel comunicato, è stata in particolare ripresa dalla telecamera installata in un esercizio commerciale: “i due, dopo aver colpito al volto l’uomo, hanno continuato a sferrare calci e pugni, la maggior parte dei quali indirizzati al capo, quando ormai la vittima era immobile a terra”.
Gli inquirenti spiegano che a quel punto “è stata posta in essere dai carabinieri una sistematica raccolta di immagini impresse nei sistemi di videosorveglianza della città. I video estrapolati hanno permesso di ricostruire il percorso dei due giovani aggressori ed ottenere ritratti più nitidi dei relativi volti: il successivo raffronto con i contenuti multimediali pubblicati dai medesimi sui propri profili social network, ha definitivamente consentito la loro individuazione”.
“Dalla visione dei profili social dei due ragazzi indagati – si legge ancora – è emersa la presenza di contenuti che esaltano la violenza, con immagini di coltelli e bastoni retrattili. Nel corso delle perquisizioni locali svolte presso le abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti indumenti utili alle indagini”.