Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, potrebbe fuggire in Ucraina. A dirlo è la Procura generale di Bologna e per questo motivo il procuratore generale reggente Lucia Musti e il sostituto Pg Nicola Proto hanno insistito con il tribunale della Libertà per la conferma della custodia cautelare in carcere, eseguita il 29 giugno su ordinanza della Corte di assise di appello bolognese. In mattinata si è discusso il ricorso dei difensori di Bellini e i giudici si sono riservati.
L’accusa fa riferimento alla frase di Bellini, intercettata mentre parlava con il figlio della seconda moglie, di nazionalità ucraina: «Mi devi aiutare a uscire… devo scappare… da qui dentro e io te ne sarò grato per tutta la vita».
Parole che per la Corte di assise di appello rappresentavano solo uno sfogo (il carcere infatti è stato disposto per il pericolo di reiterazione di reato e non per il rischio di fuga), ma che invece la Procura generale valuta in altro modo, sottolineando la nazionalità della coniuge e il fatto che Bellini avrebbe potuto usufruire di tale opportunità, approfittando delle difficoltà dell’estradizione da quel Paese verso l’Italia. Anche a causa della guerra, la convenzione europea di estradizione non troverebbe attuazione in Ucraina e Bellini potrebbe raggiungere una sorta di zona franca.
