I rider di Uber Eats scenderanno in piazza in 10 differenti città, per protestare contro il trattamento dell’azienda che ha deciso di abbandonare l’Italia. Domani i presidi e le manifestazioni a Roma, Milano, Firenze, Torino, Reggio Calabria, Perugia, Napoli, Caserta, Padova, Trieste con orari diversi.
NIdiL Cgil ha pubblicato una nota spiegando la lotta dei lavoratori: «Uber Eats lascia l’Italia senza preoccuparsi del destino di circa 3.000 rider. Tutti a casa senza prospettive e senza ammortizzatori sociali, visto che erano impiegati come collaboratori autonomi occasionali e partite Iva».
«Il comportamento di Uber Eats è inaccettabile – commenta Roberta Turi, segretaria nazionale NIdiL CGIL – Le piattaforme e le multinazionali non possono considerare il nostro territorio e la nostra forza lavoro `usa e getta´, senza nessuna responsabilità sociale. La nostra è una battaglia per i diritti di tutti i lavoratori delle piattaforme, contro i bassi salari che non permettono alle persone di vivere, anche se lavorano; affinché non esistano più forme di cottimo legalizzato, ma tutto il tempo di lavoro venga retribuito. Chiediamo più tutele e più sicurezza: i rider non sono lavoratori di serie B».